Sicurezza: l’UE e la NATO denunciano attacchi ibridi
Migliaia di migranti cercano di arrivare nellUE dalla frontiera tra la Bielorussia e la Polonia. Varsavia ha rafforzato la sorveglianza al confine e ha sventato i loro tentativi di entrare nel Paese.
Daniela Budu, 17.11.2021, 12:32
La Bielorussia è di nuovo un’emergenza nell’agenda dell’UE, stavolta a causa della crisi dei migranti che desiderano arrivare nell’Unione dalla frontiera tra Bielorussia e Polonia. Gli analisti politici considerano che la situazione si sia già trasformata in una crisi umanitaria e il coinvolgimento dei militari da ambo le parti del confine polacco-bielorusso crea premesse pericolose per possibili scontri armati. Gli specialisti affermano che, in queste condizioni, non ci sarà, per il momento, una distesa della situazione, tranne nell’eventualità in cui il leader di Minsk, Alexander Lukashenko, cedesse in seguito alle nuove sanzioni oppure ad alcuni accordi diplomatici.
Intanto, sia la NATO che l’UE hanno denunciato un attacco ibrido lanciato dal regime del presidente bielorusso. Sebbene il trasporto organizzato di migranti provenienti dal Medio Oriente verso la frontiera della Bielorussia con Lettonia, Lituania e Polonia sia iniziato già dall’estate di quest’anno, la situazione è ormai fuori controllo, dopo ce il flusso di migranti si è concentrato sulla Polonia, che è frontiera UE e NATO. I militari polacchi sono stati addestrati per proteggere il confine orientale e si sono già verificati scontri con vittime tra loro e i migranti. Mentre la Polonia continua a proibire l’accesso dei migranti sul suo territorio, le autorità bielorusse, che hanno permesso ai migranti di entrare nel Paese e di attraversarlo, adesso non permettono più loro di tornare.
In queste condizioni, Bruxelles ha chiesto accesso alla frontiera per le organizzazioni umanitarie internazionali. Inoltre, sia l’UE che la NATO hanno espresso la solidarietà con Varsavia e annunciano nuove sanzioni settoriali che saranno imposte alla Bielorussia. L’Alleanza Nord-Atlantica si è detta preoccupata per la strategia del presidente Alexander Lukashenko di mettere in pericolo le vite dei migranti. Dal canto suo, il leader di Minsk ha dato assicurazioni che desidera evitare l’attuale crisi al confine con la Polonia che è accusato di aver orchestrato per arrivare a un conflitto con i Paesi europei confinanti.
Nel frattempo, l’Unione Europea, che è stata già destabilizzata qualche anno fa da un afflusso di migranti senza precedenti, ha annunciato, a Bruxelles, la creazione di una forza militare congiunta di pronto intervento, di fino a 5.000 soldati. Si tratta del progetto “Bussola Strategica”, volto a consolidare la politica di difesa europea. Il progetto potrà essere realizzato entro il 2025 e garantirebbe all’UE la capacità di rispondere, senza basarsi sugli USA, a minacce imminenti e di intervenire con celerità in situazioni di crisi, come quella esistente adesso alla sua frontiera, oppure di eseguire missioni di salvataggio ed evacuazione.
I più recenti dati pubblicati dall’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera (Frontex) rileva che l’UE continua a confrontarsi con un numero elevato di attraversamenti illegali dei suoi confini. Negli ultimi nove mesi dell’anno, ci sono stati quasi 134 mila simili tentativi, cioè il 47% in più rispetto al 2019, prima della pandemia. Ci sono sei rotte tramite cui i migranti e i profughi cercano di arrivare nell’UE e la più trafficata è quella centro-mediterranea.