Romania, piano di dotazione dell’Esercito
L'Esercito Romeno intende acquisire armamento moderno.
Bogdan Matei, 23.03.2023, 10:39
Attore-chiave sul fianco orientale della NATO, paese rivierasco al Mar Nero e confinante con l’Ucraina invasa dalle truppe russe, la Romania deve gestire un’equazione di sicurezza molto complicata. Inoltre, siccome non è proprio una delle economie robuste dell’Alleanza Nord-Atlantica, deve gestire attentamente anche i soldi stanziati a questo settore. Il rapporto annuale per il 2022, presentato nei giorni scorsi dal segretario generale Jens Stoltenberg, colloca la Romania all’11/o posto tra i paesi alleati, con l’1,75% del PIL stanziato alla spesa per la difesa. Di vari colori politici, i governi di coalizione di Romania hanno concesso negli anni scorsi all’Esercito e alle altre strutture di forza l’1,86% del PIL nel 2021, poco più del 2% nel 2020 e l’1,84% nel 2019. Gli stati membri della NATO si sono impegnati ripetutamente a stanziare il 2% del PIL alla spesa per la difesa, ma la soglia è stata superata solo da sette alleati.
Il Ministero della Difesa romeno ha sollecitato l’approvazione del Parlamento per l’acquisizione di nuovi sistemi di armamento, obici, missili aria-aria e veicoli da combattimento. Questi programmi di dotazione rientrano nell’obiettivo più ampio di trasformare l’Esercito della Romania entro il 2040. Il loro ruolo è quello di creare strutture di forza flessibili e moderne, con mezzi in grado di garantire la loro sopravvivenza in campo tattico, una mobilità e una conoscenza della situazione estesa, nonchè una maggiore potenza di fuoco. Gli Uffici permanenti riuniti delle due Camere del Parlamento hanno deciso di inoltrare la richiesta alle commissioni Difesa che, notano i media a Bucarest, quasi sicuramente daranno un parere favorevole.
I programmi di dotazione, spiegano gli esperti militari, sono volti anche a rendere operativi i target assunti dalla Romania nell’ambito della NATO e dell’Unione Europea. L’elenco acquisizioni dell’Esercito include mezzi moderni e il valore complessivo del programma di dotazione è stimato a 4,2 miliardi di euro. Per un paese lungi dall’aver risolto molte delle sue urgenze economiche e sociali, le acquisizioni di armamento per l’Esercito sembrano molto costose.
Ma la sicurezza stessa costa, e le ricerche sociologiche confermano che la popolazione capisce questa realtà. I nostri più recenti sondaggi indicano che l’82% della popolazione dei paesi alleati ritiene che l’America del Nord e l’Europa devono collaborare per mantenere la sicurezza, diceva il segretario generale dell’Alleanza, aggiungendo che il 61% considera che la membership NATO riduce il rischio di un attacco armato. La NATO ha reso possibile la pace da 75 anni sia nel Nord America che in Europa. Però oggi viviamo in un momento segnato dai maggiori pericoli visti dopo la seconda Guerra Mondiale, ha concluso Jens Stoltenberg.