Romania, consumi di energia elettrica in calo
Nel 2022, il consumo di energia elettrica in Romania è diminuito.
Ştefan Stoica, 17.01.2023, 10:55
In un anno complicato come il 2022, in cui l’impennata dei prezzi di energia elettrica e gas ha costretto il Governo a intervenire per imporre il tetto alle tariffe, il consumo dell’elettricità è diminuito. I dati resi noti dall’Istituto Nazionale di Statistica indicano, nei primi 11 mesi dello scorso anno, un calo del 6% nell’economia e di oltre 9 punti percentuali nelle abitazioni della popolazione. L’analista economico Constantin Rudniţchi ha commentato questi dati a Radio Romania.
Osserviamo un calo dei consumi in tutti i settori. Si tratta sia della popolazione che delle imprese e delle autorità locali. Non abbiamo ancora un’immagine molto chiara, probabilmente il prezzo elevato ha avuto il suo peso nella riduzione del consumo, quindi molti consumatori – persone fisiche o compagnie, hanno tenuto sotto controllo il consumo proprio per non pagare una bolletta molto salata che superava le proprie possibilità. D’altronde anche le misure di sostegno, almeno quelle destinate alla popolazione, sono state concepite in tal senso, cioè con una tariffa bassa applicabile fino ad un certo tetto, spiega l’analista, ritenendo, d’altra parte, rallegrante il fatto che la Romania ha registrato una crescita economica sullo sfondo della riduzione del consumo energetico.
Saranno i successivi dati statistici a indicare se la riduzione del consumo energetico è l’esito della sua efficientizzazione o del rallentamento della dinamica economica, afferma Constantin Rudniţchi. La produzione di energia nelle centrali idroelettriche è diminuita di quasi il 20% e riduzioni si osservano anche in quelle termoelettriche e nucleari. Invece, lo scorso anno ha visto una crescita della produzione delle centrali eoliche e dell’energia solare generata da impianti fotovoltaici, il che è un fatto positivo, aggiunge Constantin Rudniţchi. Ma la stessa cosa non si può dire in merito alla dipendenza della Romania dalle centrali idroelettriche e, implicitamente, dalla siccità che ha colpito lo scorso anno la loro produzione di elettricità.
Osserviamo un mix equilibrato. Abbiamo una crescita dell’energia rinnovabile utilizzata nell’economia, il che è un aspetto positivo. Continuiamo ad avere anche una produzione a base di carbone. C’è anche quella degli idrocarburi e del gas naturale, però è diminuita abbastanza la produzione idroelettrica, per i motivi che conosciamo. La siccità ha reso più difficile il funzionamento delle centrali idroelettriche, in primo luogo sul Danubio, e questo deve essere un segnale per il fatto che, tuttavia, continuiamo ad essere dipendenti dal fenomeno della siccità che grava anche sulla produzione di energia, spiega ancora l’analista. I dati relativi alle fonti di energia primaria indicano che una parte ancora significativa viene importata e smontano il mito, come lo definisce Rudniţchi, dell’indipendenza energetica della Romania, ancora dipendente dal mercato estero sotto questo profilo.