Rapporto francese sulle interferenze digitali
Un’istituzione governativa francese conferma la manipolazione delle informazioni alle elezioni presidenziali svoltesi in Romania.
Bogdan Matei, 06.02.2025, 11:42
La crisi politica a Bucarest, senza precedenti nei 35 anni di democrazia romena postcomunista, è diventata un caso di studio per gli esperti stranieri. La manipolazione dell’informazione sulle reti sociali, utilizzata nel primo turno delle elezioni presidenziali in Romania, può ripetersi in qualsiasi altro paese, ammonisce il rapporto di un’istituzione governativa francese – VIGINUM, citato dalla corrispondente di Radio Romania a Parigi. Le ricerche di questo ufficio, incaricato della protezione dalle interferenze digitali straniere, indicano l’esistenza di manovre molto sofisticate che avrebbero perturbato il regolare svolgimento delle elezioni romene.
Si tratterebbe di mobilitare migliaia di account, con l’obiettivo di aumentare artificialmente la frequenza di parole chiave associate al candidato indipendente Călin Georgescu, accusato dai suoi oppositori politici di legami o almeno affinità con la Russia putinista. L’algoritmo di raccomandazione della rete cinese TikTok è stato manipolato in modo che i rispettivi post apparissero nei feed di notizie degli utenti, il che ha portato, in sole due settimane, alla crescita esponenziale della popolarità di Georgescu.
Oltre 100 influencer di TikTok senza particolari interessamenti politici e con oltre otto milioni di iscritti attivi sarebbero stati reclutati per partecipare, senza rendersene conto, a una campagna volta a dare visibilità al candidato nazionalista. Il rapporto aggiunge che i fenomeni osservati non si sono limitati a TikTok, ma sono state individuate altre modalità operative sulle piattaforme del gruppo Meta – Facebook e Instagram.
Dopo la Georgia e la confinante Repubblica di Moldova (ex sovietica, a maggioranza romenofona), la Romania è stata il terzo paese europeo colpito, alla fine del 2024, dalla manipolazione su larga scala del processo elettorale, afferma VIGINUM, precisando che, in questa fase, il committente della campagna pro-Georgescu resta sconosciuto. Anche a Bucarest permangono innumerevoli incognite. Organizzato il 24 novembre 2024, il primo turno delle presidenziali è stato inizialmente convalidato dalla Corte Costituzionale.
Successivamente, sulla base dei documenti forniti dal Consiglio Supremo di Difesa del Paese, la stessa Corte ha invocato le ingerenze di un attore statale e ha deciso di annullare l’intero processo elettorale. Il ballottaggio, previsto per l’8 dicembre, avrebbe visto come sfidanti Călin Georgescu e la leader dell’USR (all’opposizione), la filoeuropea Elena Lasconi. All’estero, dove il 6 dicembre erano stati aperti i seggi elettorali per la tornata decisiva, decine di migliaia di romeni avevano già votato prima che la Corte Costituzionale decidesse di annullare le elezioni.
Tuttavia, la Commissione di Venezia afferma che una tale decisione non dovrebbe basarsi esclusivamente su informazioni classificate, che non garantiscono la necessaria trasparenza, ma indicare con precisione le violazioni e le prove. I membri della Commissione, esperti indipendenti di diritto costituzionale, sostengono inoltre che è particolarmente difficile dimostrare violazioni della legge attraverso campagne online e social media.