Proiezioni economiche per la Romania
I dati sull'inflazione media annua nell'UE, pubblicati dall’Eurostat, indicano che la Romania ha ceduto l'indesiderata prima posizione all'Ungheria, ma rimane al secondo posto, davanti alla Croazia.
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Sorin Iordan, 25.02.2025, 11:05
La Romania non è più in testa alla classifica per quanto riguarda il tasso medio di inflazione annuale più alto registrato nell’Unione Europea, ma resta tra i primi 3, riferisce l’Eurostat. Dopo dieci mesi in cui il nostro paese è stato il leader di questa classifica, a gennaio 2025 l’Ungheria è salita al primo posto, con il 5,7%, seguita dalla Romania, con il 5,3%, e dalla Croazia, con il 5%.
l tasso medio di variazione dei prezzi al consumo è calcolato sugli ultimi 12 mesi e in questo caso confronta il livello registrato nel periodo febbraio 2024 – gennaio 2025 con quello nel periodo febbraio 2023 – gennaio 2024. Nell’Unione Europea, questo indicatore è aumentato il mese scorso al 2,8%, dal 2,7% rilevato a dicembre 2024, mentre nell’Eurozona è salito al 2,5% a gennaio, dal 2,4% nell’ultimo mese dello scorso anno. La Banca Centrale Europea ha fissato il target di inflazione al 2%, ritenuto sano per la crescita economica dell’Unione.
In Romania, secondo i dati pubblicati dall’Istituto Nazionale di Statistica, il tasso di inflazione annuale è sceso al 4,95% a gennaio 2025, dal 5,14% di dicembre, mentre i prezzi dei generi alimentari sono aumentati del 4,54%, quelli dei prodotti non alimentari del 4,60% e i servizi del 6,54%.
La scorsa settimana, la Banca Nazionale della Romania ha rivisto al rialzo, dal 3,5% al 3,8%, la previsione di inflazione per la fine dell’anno. Il governatore Mugur Isărescu ha detto che l’inflazione dovrebbe avere una traiettoria fluttuante nella prima metà di quest’anno, dopodiché proseguirà la sua tendenza di lieve calo, ma scenderà sotto il 3,5% solo nel primo trimestre del 2026.
Il governatore della Banca Centrale ha indicato che la Romania entrerà in un periodo di deficit di domanda, un elemento positivo dal punto di vista dell’evoluzione dell’inflazione, ma che potrebbe ledere la crescita economica.
“Il paese sta entrando in un periodo di deficit di domanda, quindi dobbiamo vedere come funziona. La cosa importante è che, in combinazione con la politica fiscale, la politica monetaria, questa nuova situazione non porti alla recessione. Se la crescita economica si baserà principalmente sugli investimenti e soprattutto sull’assorbimento di fondi comunitari, crediamo che questo possa essere evitato e avere un’inflazione in calo. È crescita economica, non elevata, ma crescita comunque”, ha dichiarato Mugur Isărescu.
Il governatore della BNR ha inoltre spiegato che l’evoluzione futura dell’inflazione è ancora segnata da rischi e incertezze, sia interni che esterni. Tra le cause interne che influenzano l’inflazione, Isărescu ha individuato l’anno elettorale caratterizzato da tensioni politiche e sociali, mentre tra quelle esterne ha menzionato una possibile guerra commerciale tra gli USA e l’Unione Europea, di cui ha detto che potrebbe avere notevoli effetti negativi sulla Romania.
A questo punto, Mugur Isărescu ha espresso apprezzamenti per la decisione del Governo romeno di dichiarare l’assorbimento dei fondi europei come massima priorità e ha sottolineato che è importante rinvigorire gli investimenti. Per la fine del 2026, la Banca Centrale della Romania prevede un tasso di inflazione annuo del 3,1%.