Previsioni sul prezzo dell’energia
La Banca Mondiale prevede un calo dei prezzi dell'energia nel 2023.
Corina Cristea, 27.10.2022, 10:27
Dopo un salto del 60% quest’anno, alla luce della guerra avviata dalla Federazione Russa nella confinante Ucraina, i prezzi dell’energia registreranno l’anno prossimo un calo dell’11%. Lo stima la Banca Mondiale, indicando che una crescita economica mondiale più lenta e le restrizioni imposte in Cina a causa del Covid potrebbero determinare una diminuzione ancora più accentuata. Nonostante questa moderazione, i prezzi dell’energia saranno tuttavia del 75% superiori alla media degli ultimi cinque anni. Il più recente rapporto Commodity Markets Outlook, pubblicato ieri dall’istituzione finanziaria internazionale, rileva che il prezzo medio di un barile di greggio Brent dovrebbe arrivare a 92 dollari nel 2023, per scendere fino a 80 dollari nel 2024, tuttavia di gran lunga superiore alla media pluriennale di 60 dollari.
Le previsioni della Banca Mondiale indicano inoltre che le esportazioni di petrolio della Russia potrebbero scendere fino a due milioni di barili al giorno in seguito all’embargo contemplato dall’Unione Europea sul petrolio e sul gas naturale da questo paese, cui si aggiungeranno le restrizioni riguardanti l’assicurazione e lo shipping di petrolio e gas russi. L’embargo al quale si fa riferimento dovrebbe entrare in vigore il mese prossimo. Inoltre, ricordano gli autori del rapporto, il Gruppo dei sette maggiori stati economicamente avanzati (G7) sta valutando un meccanismo che non è stato provato, relativo all’imposizione di un tetto al prezzo del petrolio. Anche questa misura potrebbe gravare sulle forniture di petrolio dalla Russia.
L’analisi della Banca Mondiale tiene presenti anche le conseguenze dell’apprezzamento del dollaro americano, mentre la maggioranza delle monete delle economie in via di sviluppo è calata, portando all’impennata dei prezzi di generi alimentari e combustibili. Tale fatto, ammonisce l’istituzione finanziaria, potrebbe aggravare l’insicurezza alimentare, che già lede 200 milioni di persone nell’intero mondo. Gli autori del rapporto spiegano che l’abbinamento tra i prezzi elevati di materie prime e i deprezzamenti persistenti delle monete genera un’inflazione più alta in parecchi stati. A questo punto, le economie emergenti e in via di sviluppo dovrebbero prepararsi per un periodo di volatilità ancora maggiore sui mercati finanziari e di materie prime globali.
Gli esperti della Banca hanno calcolato che i deprezzamenti monetaria hanno fatto sicchè quasi il 60% delle economie emergenti e in via di sviluppo che importano petrolio, si confrontino con un aumento del prezzo del petrolio in monete locali, dopo l’invasione russa in Ucraina. La Banca Mondiale prevede inoltre un calo dei prezzi del gas naturale e del carbone nel 2023, rispetto ai valori record raggiunti nel 2022. Tuttavia, i prezzi del gas naturale in Europa potrebbero essere quasi quadruplicati rispetto alla media degli ultimi cinque anni.