Prestiti al consumo, in aumento
I romeni contraggono sempre più prestiti al consumo.
Daniela Budu, 31.05.2024, 10:48
Nel mese di marzo, i romeni hanno contratto nuovi prestiti al consumo del 70% in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, e negli ultimi 12 mesi i prestiti alla popolazione sono aumentati dell’8,2%, secondo i dati pubblicati dalla Banca Centrale di Romania. Così, i nuovi prestiti al consumo in lei concessi ai romeni hanno registrato nel mese di marzo il valore record di quasi 4,16 miliardi di lei (circa 830 milioni di euro), addirittura superiore a quello dei nuovi mutui per le case. Secondo la BC, l’interesse medio annuo effettivo sui prestiti al consumo in lei superava il 14% a marzo 2023, il massimo dell’ultimo decennio, rispetto a un livello inferiore all’11,3% annuo, registrato a marzo 2024.
Il governatore della Banca Centrale, Mugur Isărescu, ha spiegato recentemente il fenomeno dell’aumento della domanda di prestiti al consumo, sottolineando che la popolazione ha preso prestiti perché ha notato che gli alti tassi di interesse sono inferiori al tasso di inflazione. Così il mutuo è diventato relativamente vantaggioso, essendo considerato a buon mercato, spiega il governatore.
Da parte loro, gli analisti sottolineano che i recenti aumenti dei redditi hanno dato impulso al consumo in Romania, e la sua evoluzione contribuirà alla crescita economica, ma avrà anche un impatto sull’inflazione, che registra un rallentamento nel suo ritmo di declino rispetto alle aspettative precedenti. Questa tendenza dei mutui alla crescita è normale poiché l’inflazione e implicitamente i tassi di interesse diminuiscono, afferma l’analista finanziario Adrian Codirlaşu.
“La crescita dei crediti avverrà man mano che l’inflazione diminuisce e vedremo un massimo dopo l’altro sul lato dei prestiti e dei mutui concessi. Da dove viene questo? Dalla crescita economica, dalla crescita del PIL, e gli asset bancari continueranno automaticamente a crescere, e quindi implicitamente i prestiti. Ma se consideriamo i prestiti alla popolazione, nell’ultimo anno sono aumentati dell’8,2%, a fronte dei depositi delle famiglie, che sono cresciuti di quasi il 22%. L’aumento dei prestiti crea automaticamente domanda, crea consumo, ma anche crescita economica, poichè il consumo è uno dei motori della crescita economica”, spiega Adrian Codirlaşu.
Inoltre, secondo i più recenti dati pubblicati dall’Istituto Nazionale di Statistica, nel mese di marzo è stato raggiunto un reddito salariale medio lordo di 8.500 lei (1.700 euro), con un valore netto di 5.185 lei (1.040 euro), che rappresenta un aumento di quasi il 14% rispetto a marzo 2023. In questo contesto, il governatore della Banca Centrale ha attirato l’attenzione sul fatto che in Romania i redditi generalmente aumentano molto più della produttività, e tale fatto avrà un impatto significativo sull’inflazione.
Sempre Mugur Isărescu spiega che l’inflazione continuerà a diminuire, ma ad un ritmo più lento del previsto. Nel suo più recente rapporto, la Banca Centrale ha rivisto le previsioni sul tasso di inflazione per la fine di quest’anno in leggero aumento, dal 4,7 al 4,9%. Tuttavia, secondo le previsioni di primavera della Commissione Europea, la Romania presenterebbe a fine anno uno dei livelli di inflazione più alti, pari a quasi il 6%, più del doppio della media europea stimata.