Nuovo patto europeo su migrazione e asilo
Il Parlamento e il Consiglio UE (gli stati membri) hanno convenuto un accordo che riforma notevolmente la politica in materia di migrazione, dopo negoziati difficili durati più di tre anni.
Mihai Pelin, 21.12.2023, 13:15
L’Unione Europea sta inasprendo la sua politica in materia di migrazione, una delle questioni politiche più tossiche che ha dovuto affrontare negli ultimi anni, limitando il numero di coloro che vogliono entrare nel suo territorio e respingendo i richiedenti asilo che non soddisfano i criteri. Il Consiglio e il Parlamento europeo hanno concordato il nuovo patto sulla migrazione e l’asilo, che dovrebbe entrare in vigore il prossimo anno. L’intesa che conclude i negoziati fa riferimento a cinque aspetti della gestione dei migranti, tra i quali i più importanti riguardano lo screening di queste persone, le procedure di asilo e le situazioni di crisi, quando la migrazione aumenta. Le regolamentazioni sullo screening richiedono norme comuni a livello comunitario per l’identificazione dei migranti e un sistema di banche dati comune. Insieme, aumenteranno la sicurezza nell’Unione Europea, perché il sistema identificherà le persone o gli spostamenti non autorizzati in tutto lo spazio comunitario.
Vengono modificate anche le procedure di asilo, per valutare e rimandare indietro più rapidamente le persone che non possono essere accolte nello spazio comunitario. Il regolamento prevede anche un meccanismo di solidarietà tra gli Stati membri, molto utile soprattutto in tempi di crisi. Quando uno stato viene assalito da ondate di migranti, può cercare l’aiuto di altri paesi per accoglierne alcuni. Se un determinato stato rifiuta, sarà obbligato a pagare una somma di 20.000 euro per ogni migrante respinto. Al di là delle norme approvate nei negoziati finali tra Parlamento e Consiglio, il Patto prevede anche strumenti per ridurre la migrazione, in collaborazione con i Paesi di origine, e la Commissione Europea ha stanziato fondi per loro. Il documento è stato intensamente dibattuto e negoziato tra gli stati membri a partire da settembre 2020. Ora, il passo successivo è l’adozione formale del documento, una volta entrato in vigore con la pubblicazione sull’EU Monitor.
Diversi paesi, compresi quelli in cui ogni anno arriva un gran numero di migranti, come la Grecia e l’Italia, hanno accolto con favore l’accordo, ma allo stesso tempo hanno espresso dubbi sulla praticità del nuovo sistema, data l’opposizione di alcuni paesi dell’UE a farsi carico dei migranti, ad esempio Ungheria e Slovacchia, che hanno annunciato di rifiutare sia le quote obbligatorie di ricollocamento sia le multe imposte per la loro mancata applicazione. Il nuovo patto sulla migrazione è stato criticato dalle ONG di salvataggio in mare, che avvertono che il numero delle vittime aumenterà, ma anche dall’organizzazione Amnesty International, secondo la quale la legislazione europea sulla migrazione ha registrato una regressione decennale. Il numero di migranti nell’UE ha raggiunto il picco nel 2015, quando un milione di persone, per lo più rifugiati di guerra, sono entrate nello spazio comunitario. Il numero è sceso sotto i 300.000 nel 2020, ma da allora si è registrata una crescita costante, in particolare sulla rotta del Mediterraneo verso l’Italia.