Nuova legislazione per l’anno elettorale
Se non ci saranno barriere costituzionali, in Romania le elezioni europee e amministrative si terranno lo stesso giorno, il 9 giugno.
Ştefan Stoica, 11.03.2024, 12:00
Alla fine della scorsa settimana, il Governo social-liberale di Bucarest ha adottato l’ordinanza d’urgenza che prevede l’organizzazione delle elezioni europee e amministrative alla stessa data, cioè il 9 giugno. Si tratta del noto e controverso accorpamento, precedentemente deciso politicamente dai partiti della coalizione di governo PSD e PNL, che così massimizzano le chances, soprattutto alle europee, per le quali hanno concordato di proporre liste comuni di candidati. I socialdemocratici e i liberali affermano che questo accorpamento è stato voluto dalla maggioranza dei romeni, cosa che si riflette nei sondaggi, visto che quest’anno saranno chiamati alle urne anche per l’elezione del Parlamento nazionale a dicembre e del futuro presidente, in due turni, a settembre.
Secondo il presidente dell’Autorità Elettorale Permanente, Toni Greblă, ci sarà un’unica infrastruttura elettorale, e gli elettori troveranno cinque urne il 9 giugno: una per le schede del Parlamento europeo, le altre quattro per le elezioni amministrative. Ci saranno risparmi nel bilancio, ma il loro ammontare sarà noto solo dopo l’adozione, questa settimana, della decisione del governo che fisserà il livello delle spese relative all’organizzazione e allo svolgimento delle elezioni. L’atto normativo adottato venerdì estende il periodo elettorale a 90 giorni, per dare ai competitori il tempo di organizzare la propria attività prima dell’inizio della campagna elettorale. Ci sono novità per il voto all’estero.
“Uno dei cambiamenti riguarda l’organizzazione del voto all’estero. L’idea delle liste aggiuntive registrate con la penna e la firma dell’elettore è stata abbandonata. Adesso usiamo un’applicazione, la lista aggiuntiva dei cittadini romeni residenti all’estero viene generata elettronicamente e si guadagna sia tempo che precisione, perché un cittadino che ha votato una volta all’estero non può votare anche per una seconda volta in un altro seggio nel paese o dall’estero”, ha dichiarato Toni Greblă.
Una persona può candidarsi contemporaneamente al Parlamento europeo e alla carica di consigliere locale, consigliere provinciale, sindaco o presidente di consiglio provinciale. Inoltre, gli eletti locali potranno decidere di candidarsi per un partito politico diverso da quello che hanno rappresentato nel mandato attuale, fino a 45 giorni prima della data delle elezioni. I critici del provvedimento avvertono che esso incoraggia il trasformismo, e i beneficiari sarebbero i grandi partiti, in primis il PSD. Toni Greblă sostiene, però, che la migrazione da un partito politico all’altro è possibile solo perché c’è un intervallo tra giugno, quando si terranno le elezioni, e probabilmente i primi di ottobre, quando inizieranno a formarsi i primi consigli locali e provinciali.