Mutui più cari in Romania
La Banca Centrale di Romania ha innalzato di nuovo il tasso di interesse, il che comporterà rate dei mutui in crescita.
Bogdan Matei, 11.01.2023, 10:52
A novembre 2022, il tasso d’inflazione annuo in Romania è salito al 16,8% dal 15,32% registrato a ottobre. Le cifre superano il 16,3% – la previsione sull’inflazione per la fine dell’anno annunciata dal governatore della Banca Centrale, Mugur Isărescu. E’ in ugual misura il tasso più elevato degli ultimi due decenni. Nel 2002, l’inflazione annua era arrivata al 22,5%, per scendere e rimanere a una cifra dal 2005 al 2021. In una mossa che quasi tutti anticipavano, il Consiglio d’Amministrazione della Banca Centrale ha innalzato nuovamente ieri dello 0,25% il tasso d’interesse di politica monetaria, che sale così al 7% all’anno. Gli specialisti della Banca Centrale stimano ora che il tasso d’inflazione annuo scenderà lievemente, probabilmente nel primo trimestre dell’anno, per registrare successivamente una discesa più veloce, persino sotto il 10%, sin dal terzo trimestre del 2023.
Il nuovo aumento del tasso d’interesse comporterà il più probabilmente anche la crescita delle rate presso le banche commerciali, soprattutto per i mutui. L’analista economico Dragoş Cabat ha dichiarato a Radio Romania che era importante continuare la tendenza di aumento del tasso di riferimento per essere sicuri che l’inflazione raggiungerà un tetto per poi cominciare la discesa, anche se ciò comporta la crescita delle rate per la popolazione che ha contratto dei mutui in moneta nazionale (leu) a tasso variabile. Circa 600.000 romeni sono sicuramente interessati da questo aumento del tasso d’interesse, spiega Dragoş Cabat, sostenendo, però, che le persone che hanno contratto dei mutui hanno generalmente redditi medi o superiori alla media, e aggiungendo che il grande problema riguarda i romeni con bassi redditi che erano e continuano a trovarsi al limite di un tenore di vita decente, e per loro è molto importante che sia fermata l’impennata dei prezzi al consumo.
L’aumento del tasso d’interesse di politica monetaria porterà alla cessazione degli investimenti nel settore privato e a un’ondata di fallimenti specifici alla recessione, attira l’attenzione, dall’opposizione, Claudiu Năsui, deputato USR. L’ex ministo dell’Economia rimprovera al Governo PSD-PNL-UDMR di essersi indebitato massicciamente alla luce della crescita delle spese per piani di sviluppo locale e per nuove agenzie statali. Organizzazione non governativa abbastanza attiva nello spazio pubblico, la Fondazione per la difesa dei cittadini davanti agli abusi dello Stato (FACIAS) definisce, a sua volta, riprovevole il modo in cui lo Stato romeno, tramite la Banca Centrale, ha scelto di contenere l’inflazione galoppante, caricando ancora i romeni con mutui. La FACIAS sostiene inoltre che l’impennata degli interessi da parte della Banca Centrale, senza nessun’altra misura compensativa per la popolazione, ha avuto come conseguenza l’aumento di fino al 60% delle rate. Questa politica finanziaria, destinata esclusivamente ad aiutare le banche, porterà a breve a vere tragedie, che colpiranno la popolazione attiva del paese, prevede l’ong.