Moldova: faccia a faccia per la corsa presidenziale
La filo-occidentale Maia Sandu e il suo sfidante filorusso si sono affrontati nell'unico dibattito televisivo prima del secondo turno delle elezioni presidenziali nella Repubblica di Moldova.
Ştefan Stoica, 28.10.2024, 13:54
Un faccia a faccia insolito nella forma, ma prevedibile nei contenuti, ha avuto come protagonisti, ieri, i due candidati rimasti in corsa per le presidenziali nella Repubblica di Moldova: la presidente in carica, l’europeista Maia Sandu, e il suo sfidante, sostenuto dai socialisti filorussi, Alexandr Stoianoglo. Sandu ha vinto il primo turno delle elezioni con oltre il 42% dei voti, mentre Stoianoglo ha ottenuto quasi il 26%.
In assenza di un moderatore imparziale, che si è rivelato introvabile, sono stati i candidati a farsi domande, in un confronto elettorale senza mezzi termini. Maia Sandu ha accusato Stoianoglo di essere l’uomo dei russi e di avere legami con alcuni oligarchi moldavi fuggiti dal Paese per evitare pene detentive per vari reati. La presidente in carica ha chiesto al suo sfidante perché, durante il suo mandato di procuratore generale, un controverso uomo d’affari è stato lasciato fuggire dal paese, mentre erano in corso procedimenti penali, e non è stato indagato il caso noto come “La borsa nera”, in cui un altro uomo d’affari ha offerto soldi all’allora presidente socialista, Igor Dodon. Come può convincere i cittadini che sarà un presidente migliore di quanto sia stato procuratore generale? – ha chiesto Maia Sandu, che aveva licenziato Stoianoglo dal rispettivo incarico.
Il suo sfidante ha risposto che è stato un pubblico ministero esemplare e che molti fascicoli legati a frodi bancarie sono stati aperti durante il suo mandato. Poi ha contrattaccato, affermando che il referendum sull’integrazione europea della Repubblica di Moldova organizzato il 20 ottobre, in concomitanza con il primo turno delle elezioni presidenziali, sarebbe stato indetto da Maia Sandu a proprio vantaggio. Stoianoglo ha affermato di essere un convinto sostenitore dell’integrazione europea, anche se ha boicottato il referendum. Egli ha criticato invece le sanzioni imposte dall’Occidente alla Russia, affermando che colpiscono la Repubblica di Moldova. Nella sua risposta, Maia Sandu ha sottolineato l’importanza delle sanzioni come mezzo per fermare la guerra. Stoianoglo ha detto che promuoverà buoni rapporti con i vicini della Repubblica di Moldova, Ucraina e Romania, ma Maia Sandu ha risposto che sia Bucarest che Kiev sanno che lui è l’uomo di Mosca. Sandu ha descritto il socialista Alexandr Stoianoglo come il “cavallo di Troia” attraverso il quale gli altri vogliono governare il Paese.
Domenica 3 novembre si svolgerà il secondo turno delle elezioni presidenziali nella Repubblica di Moldova, che potrebbe rappresentare una pietra miliare nel percorso europeo del piccolo stato confinante con la Romania. Il referendum per l’integrazione europea è passato al limite, stemperando l’entusiasmo di chi immaginava che la Repubblica di Moldova fosse pronta a staccarsi definitivamente dal passato. È vero che Maia Sandu ha accusato l’ingerenza nel processo elettorale di alcuni gruppi criminali che hanno agito al fianco di forze straniere ostili agli interessi del Paese. La partita non si giocherà a favore degli europeisti nemmeno nel caso della vittoria di Maia Sandu, ammirata per la sua costanza e il suo coraggio da tutte le cancellerie occidentali. Andrebbe completata dalla vittoria degli europeisti alle politiche del prossimo anno.