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L’integrazione europea, nella Costituzione della Repubblica di Moldova

La nuova Costituzione della Repubblica di Moldova, modificata attraverso il referendum del 20 ottobre, è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale a Chişinău.

foto: ©European Union, 2022 / Photographer: Lukasz Kobus
foto: ©European Union, 2022 / Photographer: Lukasz Kobus

, 15.11.2024, 11:25

La Repubblica di Moldova ha adottato l’integrazione nell’Unione Europea come obiettivo strategico, modificando la Costituzione. La decisione, approvata con il referendum del 20 ottobre, è stata pubblicata mercoledì sulla Gazzetta Ufficiale. I magistrati della Corte Costituzionale hanno confermato il 31 ottobre il risultato del referendum, dopo che la Commissione Elettorale Centrale ne aveva deciso la validità, con un’affluenza alle urne poco superiore al 50%. Il referendum è stato organizzato su iniziativa della presidente Maia Sandu, che ha vinto un nuovo mandato dopo le elezioni dello scorso mese.

Nella nuova formula, la Legge Fondamentale prevede che l’integrazione nell’Unione Europea è un obiettivo strategico dello stato, il percorso europeo è irreversibile e l’identità del popolo della Repubblica di Moldova è europea. La nuova variante della Costituzione prevede inoltre che il romeno è la lingua ufficiale dello stato nella Repubblica di Moldova. Gli analisti sostengono che, anche se le forze filo-Cremlino potrebbero tentare di sabotare l’integrazione europea dello stato confinante, che ora è diventata un obiettivo strategico, è difficile credere che riusciranno a costituire una maggioranza nel tempo rimanente.

“È chiaro che le forze filo-Cremlino opteranno per una campagna dura. Potremmo avere sabotaggi in vari aspetti legati all’attuazione del quadro dei negoziati con l’Unione Europea attraverso manifestazioni pubbliche, comizi, proteste che possono diventare violente, per dimostrare anche alle autorità di Bruxelles che la Repubblica di Moldova, in realtà, non è così pro-europea e che la modifica della Costituzione non cambia sostanzialmente la situazione del Paese”, spiega l’analista politico Andrei Curăraru.

Da parte sua, l’ex presidente della Corte Costituzionale di Chişinău, Alexandru Tănase, ritiene che la modifica della Costituzione con i provvedimenti votati al referendum sia una decisione e una disposizione esclusivamente della Corte Costituzionale. “Dato che la Corte Costituzionale, in quanto unica autorità di giurisdizione costituzionale, che ha la competenza di verificare la costituzionalità degli emendamenti alla Costituzione, ha deciso che questa modifica è legale e legittima, non vedo chi fosse leso dal punto di vista del Cremlino o di qualcun altro. Si faranno sempre delle speculazioni, essi cercheranno sempre di compromettere tutto ciò che riguarda il percorso europeo della Repubblica di Moldova, ma ciò non significa che ciò abbia un impatto pratico o possa mettere in discussione il processo di modifica della Costituzione”, ha detto Alexandru Tănase.

Nel frattempo, Chişinău annuncia una serie di misure e riforme dopo che, affermano le autorità moldave, è stata bersaglio di un’operazione di disinformazione e acquisto di voti alle elezioni presidenziali e al referendum sul percorso europeo dello stato. Lunedì, la presidente Maia Sandu si consulterà con i partiti politici sul tema della riforma della giustizia e della lotta alla corruzione elettorale, dopo che, una settimana fa, il Consiglio Supremo di Sicurezza ha discusso di frode elettorale.

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