Legge abbattimento droni, costituzionale
La legge sull'abbattimento dei droni e quella sullo svolgimento di missioni militari in tempo di pace sono costituzionali.

Leyla Cheamil, 28.03.2025, 11:22
La Corte Costituzionale della Romania ha respinto giovedì le contestazioni inoltrate dai partiti sovranisti AUR, POT e S.O.S. Romania in merito a due leggi sulla difesa recentemente approvate dal Parlamento. Pertanto, la CCR ha stabilito che la legge relativa al controllo dell’uso dello spazio aereo e quella che regola lo svolgimento in tempo di pace delle missioni e delle operazioni militari sul territorio dello stato romeno non violano la legge fondamentale.
La prima legge consente la distruzione o la neutralizzazione dei droni che entrano illegalmente nello spazio aereo nazionale se le forze militari romene o della NATO non potranno controllarli. La seconda regola il modo in cui si svolgono le missioni militari in Romania in tempo di pace e una delle misure consente, per un periodo limitato, il trasferimento dell’autorità di alcune strutture dell’Esercito Romeno a un comandante delle forze militari alleate che partecipano a tali missioni. Le contestazioni sollevate dai tre partiti riguardavano principalmente le disposizioni relative al trasferimento di autorità.
In sostanza, la Corte ha ritenuto che la partecipazione e l’adozione di misure da parte delle autorità militari designate dell’Alleanza Nord Atlantica o da parte delle strutture delle forze degli stati alleati e partner per il controllo aereo nazionale debbano essere analizzate nel contesto degli obblighi assunti dalla Romania come membro della NATO. L’adesione all’Alleanza Nord Atlantica comporta sia il trasferimento di determinati attributi sia l’esercizio congiunto di determinate competenze con gli stati che la compongono, precisa la Corte in un comunicato. La Consulta ha constatato che la regolamentazione di una competenza condivisa tra le strutture delle istituzioni che fanno parte del sistema di difesa nazionale e le strutture delle forze degli stati alleati e partner non pregiudica la sovranità della Romania.
La Corte ha inoltre constatato che il trasferimento di autorità non ha il significato di assegnare membri di forze/strutture militari straniere che partecipano allo svolgimento, in tempo di pace, di missioni e operazioni militari sul territorio dello stato romeno, a una posizione militare all’interno del sistema del Ministero della Difesa Nazionale. Pertanto, i doveri, i diritti e le libertà del personale militare, stabiliti nello Statuto del personale militare o in altre leggi, in conformità con la Costituzione, appartengono solo al personale militare attivo, assunto nelle strutture militari del Ministero della Difesa Nazionale, e non alle “forze/strutture designate/strutture militari” straniere, che partecipano, in ambito alleato o di coalizione, allo svolgimento, in tempo di pace, di missioni e operazioni militari sul territorio dello stato romeno, nelle condizioni della giurisprudenza romena e dei trattati di cui la Romania è parte, affermano inoltre i giudici costituzionali.