Le leggi sulla Giustizia, conformi alla Costituzione
Via libera dalla Corte Costituzionale della Romania alle nuove leggi sulla Giustizia.
Bogdan Matei, 10.11.2022, 13:01
Odiata da molti, la Corte Costituzionale resta l’arbitro implacabile della vita politica romena. In termini rigidi, le sue decisioni, anche se discusse, vengono sempre portate a compimento. Mercoledì, è toccato all’opposizione del Parlamento di Bucarest di sottoporsi alla regola e di accettare controvoglia che alcune segnalazioni sono state respinte dai giudici della Corte. Sia l’USR (centro-destra) e AUR (nazionalista), che il Difensore Pubblico avevano segnalato alcuni aspetti contrari alla Legge fondamentale in merito alle tre leggi sulla Giustizia adottate dal Parlamento dominato dalla coalizione governativa formata da PSD-PNL-UDMR. La Corte ha deciso che la Legge sullo status dei giudici e dei procuratori, la Legge sull’organizzazione giudiziaria e quella sul Consiglio Superiore della Magistratura sono tutte conformi alla Costituzione.
La presidente ad interim del Senato, la liberale Alina Gorghiu, ha scritto su una rete sociale che la decisione della CCR è “corretta e normale”, e che le leggi andranno ad essere promulgate. Alina Gorghiu ritiene che, in questo modo, ci si ritorni alla normalità e ha ricordato che gli obiettivi della Romania sono, al momento, la rimozione del Meccanismo di Cooperazione e Verifica, tramite cui Bruxelles sta monitorando il funzionamento dello stato di diritto in Romania, sin dall’adesione del Paese all’Unione Europea, nel 2007. Dalla rimozione del meccanismo, dipende anche l’adesione della Romania all’Area Schengen, di libera circolazione, afferma la stessa Gorghiu. Le procedure relative all’adozione delle tre leggi si sono svolte in coordinamento con la Commissione Europea, mentre la correzione della legislazione nel campo della Giustizia era anche un obiettivo inserito nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, convenuto dalle autorità di Bucarest con Bruxelles, aggiunge Alina Gorghiu.
L’USR continua però a sostenere che le nuove leggi sono nocive. Stando all’ex ministro della Giustizia, membro dell’USR, Stelian Ion, sono “leggi pessime e nocive, che ci fanno tornare indietro”, al periodo precedente all’adesione all’UE, quando il regime autoritario di sinistra del premier Adrian Năstase aveva cercato di subordinare i magistrati e di fermare la lotta alla corruzione. La decisione della Corte Costituzionale di bocciare le contestazioni fatte dall’USR, in assenza del parere della Commissione di Venezia in merito, dimostra che la CCR è diventata un semplice strumento politico — accusa ancora l’ex ministro.
Dal canto suo, il portavoce dell’AUR, Dan Tănasă, è del parere che la mancata sanzione dei giudici che non rispettano le decisioni della CCR rende inefficace il loro carattere obbligatorio. Anche il Difensore Pubblico afferma che, oltre alla forma di manifestazione del diritto ad associarsi, la nuova legislazione nel settore prevede un ampliamento dell’area degli incarichi che possono ricoprire i giudici e i procuratori, il che supera l’attività della giustizia. L’opposizione chiede al presidente Klaus Iohannis di non promulgare le leggi sulla Giustizia nella loro forma attuale e di aspettare il parere della Commissione di Venezia.