Le conclusioni del Vertice europeo
La guerra in Ucraina, le relazioni commerciali UE-USA, la situazione in Medio Oriente e l'ingerenza della Russia nei processi elettorali in Romania, Repubblica di Moldova e Georgia sono stati tra i temi discussi al Vertice europeo di Bruxelles.
Sorin Iordan, 20.12.2024, 11:22
I capi di stato e di governo dell’Unione Europea si sono incontrati a Bruxelles per discutere della guerra in Ucraina, dell’immigrazione, della situazione in Medio Oriente, della Repubblica di Moldova e della Georgia, della risposta dell’Unione alle crisi e dell’ingerenza della Russia nelle elezioni romene. Ospite del vertice, il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha dichiarato che il suo paese ha soprattutto bisogno che sia l’Unione Europea che gli Stati Uniti d’America continuino a sostenere Kiev. Zelensky auspica che Donald Trump, che tornerà alla Casa Bianca dal 20 gennaio 2025, sia dalla parte dell’Ucraina nella guerra contro l’invasione russa, aggiungendo che l’Ucraina avrà bisogno di garanzie di sicurezza da parte dell’UE e degli Stati Uniti per assicurare la pace a lungo termine.
Il ritorno di Trump alla guida degli Stati Uniti è anche motivo di preoccupazione per gli stati europei, che si aspettano che la sua politica sovranista incida nuovamente sulle relazioni commerciali, come accaduto nel suo precedente mandato. Si teme che la nuova amministrazione americana possa aumentare le tariffe di importazione dei prodotti europei fino al 20%. In questo contesto, l’Alto Rappresentante dell’Unione Europea per gli Affari Esteri e la Politica di Sicurezza, Kaja Callas, ha dichiarato che le due parti dovrebbero evitare a tutti i costi una guerra commerciale perché entrambe le economie ne risentirebbero. Non esiste un vincitore in una guerra commerciale, ha affermato, e se dovessimo affrontare uno scenario del genere, la Cina sarebbe quella che si divertirebbe di più.
Un altro tema ampiamente dibattuto è stato quello dell’ingerenza della Russia nei processi elettorali. Presente al vertice, il presidente romeno Klaus Iohannis ha dichiarato che questo comportamento di Mosca non rappresenta solo una minaccia per la Romania, ma per tutte le democrazie. Iohannis ha chiesto agli stati dell’UE di lavorare insieme, anche a livello di scambio di informazioni, in modo che tali interferenze possano essere rapidamente individuate e contrastate.
Riguardo a questo argomento, il primo ministro polacco, Donald Tusk, ha affermato che tutti i leader europei, compresi gli scettici, sono ora consapevoli dell’aggressività con cui la Russia sta cercando di destabilizzare i sistemi democratici degli stati comunitari e ha portato come esempio l’ingerenza della Russia in Georgia, Repubblica di Moldova e Romania.
Non in ultimo, i leader europei hanno discusso degli sviluppi in Siria, dopo la rimozione di Bashar al-Assad. Gli stati europei hanno comunicato di aver stabilito contatti diplomatici con la nuova leadership, ma di attendere fatti dal nuovo governo di Damasco per continuare il loro sostegno finanziario e umanitario. L’UE è interessata che la situazione si stabilizzi per poter rimpatriare una parte dei migranti siriani rifugiati in Europa, dato che la loro presenza ha reso acute le tensioni sociali e ha portato alla crescita dell’estrema destra sotto profilo politico.