La Romania sta diversificando le proprie fonti di energia
La Romania avrà, il prossimo inverno, gas naturale anche da altre fonti, il Mar Nero compreso – promettono le autorità di Bucarest.
Roxana Vasile, 23.03.2022, 13:43
Nelle ultime settimane, a causa dell’invasione in Ucraina, la comunità internazionale ha imposto alla Russia sanzioni economiche e finanziarie dure. Però, dietro lo scetticismo di alcuni Paesi c’è stata soprattutto la dipendenza dal gas russo. Essi temono che un eventuale embargo imposto a Mosca possa determinare il Cremlino a chiudere il rubinetto dei gasdotti. In più, il gas russo arriva in Europa attraverso l’Ucraina. Tra i grandi importatori di gas dalla Russia ci sono Germania, Italia, Francia, Austria, Ungheria, Rep. Ceca e Slovacchia. In questo contesto, la diminuzione delle importazioni di gas russo è pressante soprattutto per i Paesi maggiormente esposti all’eventuale interruzione delle forniture.
Da una parte, la Commissione Europea ha proposto la diminuzione di due terzi degli acquisti di gas russo e la cessazione delle dipendenze dalle forniture di combustibili dalla Russia molto prima del 2030. L’Unione ha inoltre chiesto agli stati membri di provvedere, entro il mese di novembre, a fare scorte di fino al 90% per il prossimo inverno e prende in considerazione l’applicazione di tetti massimi dei prezzi del gas e dell’elettricità. D’altra parte, il segretario americano per l’Energia, Jennifer Granholm, ha annunciato che l’Agenzia Internazionale per l’Energia sta preparando delle misure atte a diminuire la dipendenza dell’Europa dal gas russo. Gli USA hanno ricorso alle riserve strategiche di greggio per poter far fronte alla domanda dell’Europa ed hanno chiesto anche ad altri Paesi produttori di fare lo stesso.
Nell’Unione Europea, la Romania è, per fortuna, il Paese meno dipendente dal gas russo. È il secondo grande produttore di greggio e gas dell’Unione, dispone di ingenti quantità di gas naturale non ancora sfruttato nel Mar Nero e della capacità di produrre gas da argille. Gli analisti affermano che la mancanza di visioni strategiche e l’incertezza giudiziaria fanno sì che queste riserve non siano state ancora sfruttate, sebbene potessero rendere la Romania indipendente dal punto di vista energetico e le dessero anche la possibilità di esportare in altri Paesi.
L’attuale ministro dell’Energia di Bucarest, Virgil Popescu, promette tuttavia che un miliardo di metri cubi di gas naturale in più — pari al 10% del consumo di gas della Romania — potrebbero arrivare, proprio a cominciare da quest’anno, dallo sfruttamento da parte della compagnia petrolifera Black Sea Oil&Gas di un perimetro più ristretto del Mar Nero. Sempre il ministro Popescu afferma invece che Neptun Deep, il maggiore perimetro di gas naturale scoperto nel Mar Nero, con una riserva stimata a 100 miliardi di metri cubi, non potrà essere operativo prima del 2026. Virgil Popescu dà inoltre assicurazioni che, entro la fine dell’attuale sessione legislativa, saranno adottate nel Parlamento modifiche alla Legge sull’offshore. Una versione presa in considerazione è che il 60% del profitto ottenuto dallo sfruttamento del gas naturale dal Mar Nero spetti allo stato romeno, mentre il restante 40% agli investitori stranieri.