La Romania e le fonti energetiche
La Romania diventerà un fornitore di sicurezza energetica nella regione, afferma il ministro Sebastian Burduja.

Ştefan Stoica, 07.04.2025, 10:53
L’Azerbaigian fornisce gas all’Unione Europea da dicembre 2020 ed è diventato un’alternativa importante nel contesto della disconnessione energetica dalla Russia, dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, nel 2022. Alla fine della scorsa settimana, si è tenuta a Baku una riunione ministeriale dedicata al Corridoio Meridionale del Gas, un’opportunità per il presidente azero, Ilham Aliev, di annunciare che il suo paese è pronto ad aumentare l’estrazione di gas naturale se cresce la domanda dell’Unione Europea.
Il Corridoio Meridionale sta operando a capacità massima, motivo per cui è necessario ampliarne l’infrastruttura, ma ciò richiede risorse, ha sottolineato Aliev, accogliendo con favore i nuovi progetti regionali che coinvolgono la Turchia e la Georgia, come gli oleodotti Baku-Tbilisi-Ceyhan e Baku-Supsa.
Il Corridoio Meridionale ha cambiato significativamente il mercato del gas in Europa e ha contribuito a ridurre la dipendenza dal gas russo, ma il processo non si è concluso e il Corridoio deve essere ampliato, soprattutto nei Balcani e nell’Europa sudorientale, ha scritto venerdì su Facebook il ministro dell’Energia romeno, Sebastian Burduja, presente all’incontro svoltosi a Baku. Il ministro ha sottolineato che l’energia deve essere sicura, accessibile e pulita, in questo ordine di priorità che, a suo avviso, non è dettato dall’ideologia, ma dalla realtà e dal buon senso.
Secondo Burduja, senza il Corridoio Meridionale del Gas, l’Europa sarebbe stata molto più vulnerabile negli ultimi anni, in un contesto geopolitico estremamente complicato. Il ministro ha precisato che la Romania è già un hub regionale in termini di gas, dato che ha interconnessioni funzionali con i paesi vicini ed è coinvolta in BRUA, un progetto che riguarderà il trasporto del gas tra Bulgaria, Romania, Ungheria e Austria. Allo stesso tempo, il gasdotto Iași-Ungheni-Chişinău è pienamente operativo e il corridoio transbalcanico è stato riattivato, ha ricordato il ministro dell’Energia romeno.
Il Mar Nero svolge, a sua volta, un ruolo strategico sempre più importante, ha aggiunto Burduja. Il progetto Neptun Deep, la cui produzione dovrebbe iniziare al più tardi nel 2027, consoliderà la Romania come il più grande produttore di gas naturale nell’Unione Europea. Il gas estratto coprirà integralmente il consumo interno e consentirà l’esportazione verso gli stati vicini, cosicché la Romania diventerà anche un fornitore di sicurezza energetica nella regione, ha dichiarato Burduja. La Romania, ha assicurato, sostiene e sviluppa progetti congiunti con l’Azerbaigian.
Bucarest fa parte del Corridoio Verde dell’Energia, attraverso il quale un cavo sottomarino da record mondiale, lungo 1.195 km, porterà fino a 4 GW di energia verde tra il Mar Caspio e il Mar Nero, ha già una legislazione per l’energia eolica offshore e sta lavorando allo sviluppo dei primi parchi eolici nel Mar Nero. “La Romania è determinata a essere parte della soluzione. Per noi, per i nostri vicini, per l’intera Europa”, ha scritto ancora Sebastian Burduja su Facebook.