La Repubblica di Moldova, percorso europeo
La classe politica di Bucarest ribadisce il sostegno alle aspirazioni di integrazione europea della confinante Repubblica di Moldova (ex-sovietica, a maggioranza romenofona).
Bogdan Matei, 29.04.2022, 14:23
Con una presidente decisamente pro-occidentale, Maia Sandu, e con un partito presidenziale, Azione e Solidarietà, che domina nettamente il Parlamento e ricopre tutti i dicasteri, la Repubblica di Moldova sembra finalmente capace di uscire per sempre dall’orbita di Mosca, dopo tre decenni di oscillazioni tra Oriente e Occidente. Come sempre, la Romania è l’avvocato più costante ed energico dell’indipendenza, sovranità e integrità territoriale dello stato confinante, come pure delle sue aspirazioni di integrazione europea. Creata su una parte dei territori romeni orientali annessi dall’Unione Sovietica stalinista nel 1940, in seguito ad un ultimatum, la Repubblica di Moldova ha dichiarato la sua indipendenza il 27 agosto 1991, dopo il fallimento del golpe neo-bolscevico di Mosca, rivolto contro l’ultimo leader sovietico, il riformatore Mikhail Gorbachev. Nello stesso giorno, la Romania diventava il primo Paese del mondo a riconoscere l’esistenza del nuovo stato confinante.
In un momento in cui centinaia di migliaia di ucraini cercano rifugio nella Repubblica di Moldova per fuggire dalle truppe russe che hanno invaso il loro Paese, ma esplosioni e attacchi strani con granate destano timori sul riaccendersi del conflitto congelato in Transnistria, regione separatista pro-russa (est), i partiti parlamentari di Bucarest ribadiscono tutti il sostegno al percorso europeo di Chişinău. Militare di carriera, il premier liberale Nicolae Ciucă sostiene un’analisi quanto più equilibrata degli incidenti in Transnistria, affinché la situazione di sicurezza nella zona, già abbastanza fragile, non subisca ulteriori deterioramenti.
Anche il leader del PSD (partner di governo del PNL), Marcel Ciolacu, è del parere che gli incidenti di Tiraspol siano stati un tentativo di intimorimento e annuncia che nelle prossime settimane avrà luogo una seduta congiunta delle direzioni del Senato e della Camera dei Deputati di Bucarest e del Parlamento di Chişinău. L’eurodeputato dell’UDMR (partener nel Governo), Iuliu Winkler, ricorda le domande di adesione all’Unione Europea inoltrate da Ucraina, Repubblica di Moldova e Georgia e auspica che tutti questi stati ex-sovietici diventino ufficialmente candidati all’adesione all’UE. Dall’opposizione, il deputato USR Dan Barna è del parere che gli incidenti di Tiraspol siano stati semplici sfide, che vanno considerate con saggezza diplomatica e che l’unica chance per la stabilità della Moldova sia nell’Unione Europea, mentre la Romania, da stato membro dell’Unione e della NATO, abbia il dovere di sostenere questo percorso. Per l’AUR (l’opposizione nazionalista), afferma il senatore Sorin Lavric, la riunificazione della Repubblica di Moldova con la Romania è l’unica soluzione di sicurezza reale, nel contesto in cui gli incidenti in Transnistria mirerebbero all’ampliamento nella zona della guerra in Ucraina.