La legge sull’istruzione, all’esame
Preparativi per nuovi cambiamenti nel sistema distruzione romeno
Bogdan Matei, 15.07.2022, 13:38
Nei 32 anni di post-comunismo romeno, non c’è mai stato un settore più sottoposto a cambiamenti, spesso sconvolgenti, che l’Istruzione. L’instabilità politica cronica ha fatto sì che alla direzione del Ministero dell’Istruzione si succedessero diversi personaggi, tutti desiderosi di innovare e assicurarsi in tal modo la posterità. Però nessuno di loro è rimasto nella carica per molto tempo e tutto quello che sono riusciti ad ottenere è stata la cancellazione delle riforme promosse dai predecessori.
Dopo tre decenni di continue innovazioni, i risultati sono ben visibili. Alunni e genitori, in ugual misura, lamentano la confusione creata dal continuo cambiamento delle regole del gioco. I romeni con possibilità finanziarie preferiscono mandare i propri figli a studiare all’estero. I più bravi alunni romeni che hanno terminato un ciclo di studio, scelgono pure loro di lasciare il Paese. Le scuole di mestieri non producono più gran che, perciò è sempre più difficile trovare un idraulico oppure un meccanico auto che sappia fare bene il suo mestiere. A causa dello stress e degli stipendi troppo bassi, non è più attraente neanche il mestiere di insegnante, cosicché soprattutto in campagna e nelle piccole città, sono sempre di più i supplenti a insegnare. Sebbene le cifre non siano sempre concordanti, gli studi di specialità attestano, tutti, un altissimo tasso di analfabetismo funzionale tra coloro che finiscono gli studi in Romania.
Sullo sfondo di questa situazione desolante, l’attuale ministro dell’Istruzione nel governo PSD-PNL-UDMR, il liberale Sorin Cîmpeanu, annuncia, dal canto suo, cambiamenti significativi nel sistema, di cui afferma che siano in grado di migliorare la situazione. In tal modo, per selezionare gli alunni, i collegi nazionali — denominazione data ai migliori licei del Paese — potranno organizzare i propri esami di ammissione per l’occupazione del 90% del numero di posti. I posti restanti potranno essere occupati in seguito alla valutazione nazionale — l’esame che devono fare, anche adesso, gli alunni che hanno terminato le prime otto classi.
Inoltre, dal 2024, per l’ammissione al liceo non conterà più la media ottenuta nella scuola primaria, di cui il ministro affermava che, purtroppo, ha perso rilevanza”. Appaiono modifiche anche nel caso dell’esame di maturità. La prova scritta facoltativa, tipica del settore o del profilo e della specializzazione, non sarà più una condizione per superare l’esame. Anche il debutto nella professione didattica sarà completamente cambiato. Lo ha annunciato il ministro dell’Istruzione, stando al quale ci sarà un periodo di stage di un anno, che sarà eseguito sotto la guida di un mentore, e verrà modificato il modo di organizzazione del passaggio all’incarico di professore di ruolo. I nuovi disegni delle leggi sull’istruzione saranno sottoposti all’esame pubblico per oltre un mese, fino al 17 agosto. I commentatori affermano che, come tante altre iniziative legislative avviate dal Governo, anche queste potrebbero subire modifiche significative.