La legge sui latitanti, costituzionale
La Corte Costituzionale di Romania ha deciso che la legge che innalza le pene per i condannati che sfuggono all'esecuzione è conforme alla Legge fondamentale.
Mihai Pelin, 30.10.2024, 12:28
La Corte Costituzionale di Romania (CCR) ha respinto la segnalazione dell’Alta Corte di Cassazione e Giustizia in relazione alla cosiddetta “Legge sui latitanti” e ha stabilito che l’atto normativo è costituzionale. La legge contestata, adottata dalla Camera dei Deputati quasi un anno fa, prevede che le persone condannate in via definitiva che non si presentano alla Polizia per essere incarcerate saranno considerate evase e rischiano una pena compresa tra 6 mesi e 3 anni. All’unanimità dei voti, i giudici costituzionali hanno respinto, in quanto infondata, l’obiezione di incostituzionalità formulata dalla Corte Suprema secondo cui la legge violerebbe il diritto ad un giusto processo e alla libertà individuale.
La pena applicata per il reato di evasione si aggiunge alla pena rimasta non scontata alla data dell’evasione, prevede l’atto normativo. “In sostanza, la Corte ha ritenuto che il legislatore, secondo la sua politica penale, ha adottato una norma di penalizzazione di un atto assimilato a quello di evasione, consistente nel fatto che la persona si sottrae all’esecuzione del mandato di esecuzione, mediante il passaggio di sette giorni dalla data di efficacia della decisione con la quale è stata disposta l’esecuzione della sentenza”, precisa la CCR.
Allo stesso tempo, la Corte Costituzionale indica che le disposizioni della legge criticata non violano il principio di irretroattività, poiché si applicheranno a partire dalla data della sua entrata in vigore. Il ministro della Giustizia, Alina Gorghiu, ha accolto con favore la decisione del CCR e ha ricordato che, solo l’anno scorso, lo Stato romeno ha pagato oltre 10 milioni di lei (circa 2 milioni di euro) per riportare definitivamente nel Paese alcune persone condannate in via definitiva.
Riguardo alla situazione dei latitanti che lamentano, attraverso i loro avvocati, l’inadeguatezza e le condizioni delle carceri in Romania, Alina Gorghiu ha precisato che “chi va in carcere non immagina di andare in un albergo a cinque stelle, di avere condizioni lussuose e che al mattino va in sauna, e a pranzo ad un pasto di cinque portate, ecc.”
Il costo per il rientro nel Paese di ciascun latitante varia tra poche migliaia e 25.000 euro, e il fenomeno si estende di anno in anno, ha aggiunto il ministro della Giustizia. Sono state così pagate ingenti somme per portare in Romania latitanti da Brasile, Repubblica Dominicana o Costa Rica, paese in cui, per un certo periodo, si erano rifugiate per sfuggire al carcere anche l’ex ministro del Turismo, Elena Udrea, o l’ex capo della DIICOT (Procura antimafia), Alina Bica.
L’ex sindaco di Bucarest, Sorin Oprescu, o il figlio del capo della Lega Calcio Professionistica, Mario Iorgulescu, sono ancora nell’elenco delle persone condannate in via definitiva in Romania, che sono riuscite a lasciare il Paese per sfuggire al carcere. Italia e Grecia sono i Paesi preferiti dai latitanti condannati. Attraverso la sua decisione, il CCR sottolinea il rafforzamento della politica penale e cerca di dissuadere gli atti di evasione dall’esecuzione delle pene.