Investimenti esteri, in calo
L'anno scorso gli investimenti diretti esteri nell'economia romena sono diminuiti di oltre un terzo.
Bogdan Matei, 01.10.2024, 14:03
La Banca Centrale della Romania ha annunciato la significativa diminuzione, lo scorso anno rispetto al 2022, degli investimenti diretti esteri. Il loro flusso netto nel 2023 ha raggiunto quasi 6,75 miliardi di euro, in calo del 36,3% rispetto al valore record registrato l’anno precedente. Secondo gli esperti della Banca Centrale l’evoluzione è in linea con la tendenza internazionale e può essere attribuita principalmente alle incertezze economiche e alle tensioni geopolitiche, soprattutto nel contesto della prolungata guerra in Ucraina, confinante con la Romania, e del conflitto in Medio Oriente, che ha portato gli investitori esteri ad adottare un approccio cauto. La loro riluttanza, dicono altri, è stata amplificata da quello che alcuni chiamano il blocco del motore economico franco-tedesco dell’Europa.
I principali settori che hanno attratto denaro straniero in Romania sono stati l’industria, l’intermediazione finanziaria, le assicurazioni e il commercio, e il totale dei fondi esterni direttamente assorbiti dall’economia romena aveva raggiunto, alla fine del 2023, 118 miliardi di euro. L’analista finanziario Adrian Codirlaşu, vicepresidente della CFA Romania, osserva che questa tendenza al ribasso è continuata nel 2024: ci sono circa 800 milioni di euro in meno. Gli esperti dicono che si tratta di un vuoto che gli investimenti nazionali potrebbero colmare. Secondo il ministro degli Investimenti e dei Progetti Europei, Adrian Câciu, il valore totale degli investimenti avviati dallo stato romeno, finanziati sia con fondi nazionali, sia con fondi europei non rimborsabili, sia attraverso il Piano nazionale di ripresa e resilienza, ammonta a 155 miliardi di euro – circa metà del PIL. Il Governo di Bucarest ha recentemente annunciato il lancio di un pacchetto di programmi strategici per lo sviluppo dell’economia, tra cui il più importante è il programma nazionale di sostegno alla grande industria, del valore di un miliardo di euro. Il piano prevede anche aiuti di stato per 500 milioni di euro e agevolazioni fiscali per investimenti strategici di oltre 150 milioni di euro nel settore manifatturiero.
Il beneficiario deve creare direttamente almeno 250 posti di lavoro e svilupparsi in regioni con un PIL pro capite inferiore alla media nazionale. Il Governo promette anche duecentocinquanta milioni di euro all’anno per le aziende che investono nella produzione di materie prime industriali. Tutto questo, ammettono i governatori, non può essere realizzato senza un partenariato pubblico-privato. Loro ammonisconco inoltre che la Romania dovrà continuare a contrarre prestiti per portare a termine i grandi progetti avviati – autostrade, ospedali, nuovi stadi o palazzetti dello sport, scuole rinnovate, porti modernizzati e ferrovie – ma sostengono che i prestiti verranno rimborsati naturalmente, attraverso quelli che chiamano gli ecosistemi economici creati da questi investimenti.