Inflazione in calo
Il Consiglio di Amministrazione della Banca Centrale di Romania ha deciso di mantenere il tasso d'interesse di politica monetaria al 7% annuo.
Mihai Pelin, 05.04.2023, 10:52
Il tasso d’inflazione annuo continuerà a calare costantemente in Romania nei prossimi mesi. Lo stima la Banca Centrale di Romania valutando, però, che permangono incertezze e rischi alla luce della guerra in Ucraina, ma anche della politica fiscale nel Paese, che deve conciliare la necessità di ridurre il deficit di bilancio con le misure a sostegno della popolazione e dell’economia. La Banca Centrale ha deciso di mantenere il tasso d’interesse di politica monetaria al 7% annuo, per contenere l’aumento delle rate dei crediti nei mesi prossimi. Da questo indice dipendono la quantità di moneta in circolazione, il tasso di cambio, gli interessi sul mercato, come anche altre leve adoperate per raggiungere gli obiettivi di politica economica. Il tasso di interesse di politica monetaria era in continua salita da novembre 2021 e, per la prima volta da allora, la direzione della Banca lo mantiene immutato.
L’analista finanziario Adrian Codirlaşu spiega che la decisione era anticipata e che non avrà un impatto significativo sugli interessi praticati dalle banche. Praticamente, non è stata presa una decisione di politica monetaria, aspetto largamente atteso anche dai mercati. Quindi, l’impatto sull’evoluzione dei tassi di interesse sul mercato monetario è estremamente ridotto. Notiamo che il tasso di interesse sul mercato monetario segue una tendenza in discesa, ma il ROBOR non scenderà sotto il 6. Di conseguenza, le scadenze lunghe potrebbero piuttosto continuare a calare una volta confermato il processo deflazionistico. In questo trimestre, l’indice IRCC è al valore massimo. Dal prossimo trimestre, già si osserverà un lieve calo, dal 5,98 forse al 5,93-5,94. Quest’anno non andrà in modo significativo sotto il 6. Forse ci sarà una riduzione più forte l’anno prossimo, quando anche la Banca Centrale probabilmente opererà il primo calo di tasso di interesse, spiega l’analista.
Stando alle valutazioni attuali, il tasso d’inflazione annuo accelererà probabilmente la discesa nei prossimi mesi, ma permangono rischi e incertezze, di cui Adrian Codirlaşu ne ricorda i principali due. La guerra si conferma come il principale rischio, che può portare ancora delle sorprese negative in questa regione o persino nell’intera UE. Dall’OPEC Plus, ossia OPEC più la Russia, è arrivato l’annuncio sulla riduzione della quantità di petrolio, volta ad aumentare il prezzo sul mercato internazionale. Ciò andrà nell’inflazione, se il prezzo resta alto oppure se ce la fanno con questa operazione e il prezzo del petrolio aumenterà effettivamente. Quindi, restano ancora l’energia come fattore di vulnerabilità e le incertezze connesse alla guerra, ha concluso l’analista finanziario Adrian Codirlaşu. Incertezze e rischi generano anche le turbolenze nei sistemi bancari degli Stati Uniti e della Svizzera, che potrebbero avere effetti avversi intaccando le economie dei paesi sviluppati e la percezione di rischio sull’Europa centro-orientale, con impatto sui costi di finanziamento.