I parlamentari ricevono indietro le pensioni speciali
La Corte Costituzionale della Romania ha deciso che la legge tramite cui erano state eliminate le pensioni speciali dei parlamentari è contraria alla Legge fondamentale.
Mihai Pelin, 06.05.2022, 13:59
La Corte Costituzionale della Romania ha deciso che la legge tramite cui erano state eliminate le pensioni speciali dei parlamentari è contraria alla Legge fondamentale. I giudici non sono entrati nel fondo del testo di legge, ma hanno dichiarato contrario alla legge fondamentale il procedimento tramite cui è stata adottata. Sebbene la procedura non sia stata avviata ufficialmente, la legge è stata adottata con celerità, in un solo giorno, il che intaccherebbe il carattere democratico” dello stato, precisa la CCR. La decisione arriva dopo che oltre 70 ex parlamentari hanno fatto causa per la perdita di questi diritti ed hanno vinto in più tribunali del Paese.
A febbraio dell’anno scorso, la plenaria del Parlamento ha adottato il ddl inoltrato dal PSD sull’abrogazione delle pensioni speciali dei senatori e dei deputati, ai danni di altri due ddl proposti dal PNL e dall’USR. Gli unici ad astenersi allora dal voto sono stati i parlamentari dell’UDMR, che hanno definito il ddl socialdemocratico demagogico e populista ed hanno affermato che è necessario eliminare tutte le pensioni speciali. I partiti hanno reagito subito dopo la decisione della CCR. I socialdemocratici hanno ribadito la loro posizione contraria alle pensioni speciali dei parlamentari, precisando che, dopo la motivazione della decisione, ripeteranno la procedura “ogni volta che la CCR lo riterrà necessario”. Anche l’USR considera la decisione “uno schiaffo sulla guancia dei romeni che, dopo una vita intera di lavoro onesto e di contributi al sistema pensionistico, riescono con molta fatica a cavarsela”. L’USR annuncia che non aspetterà la motivazione della decisione della Corte, nel contesto in cui, al momento dell’adozione della legge, il Difensore Pubblico aveva dichiarato di non aver individuato motivi di incostituzionalità.
Con questa decisione importante, circa 820 ex parlamentari che beneficiavano di queste pensioni speciali riceveranno indietro i soldi degli ultimi 15 mesi in cui erano cessati i pagamenti delle loro pensioni. Tra questi, gli ex premier Adrian Năstase, Petre Roman e Teodor Stolojan. Tra i parlamentari che beneficiavano di queste pensioni speciali si annoverano anche giudici della Corte Costituzionale, compreso l’attuale presidente Valer Dorneanu. L’indennità speciale ottenuta da un parlamentare romeno parte da 2.000 lei (pari a circa 400 euro) per uno che ha avuto un mandato breve nel periodo 1990-1992, subito dopo il crollo del regime comunista, e può arrivare fino a 12.000 lei (pari a circa 2.400 euro) per chi ha avuto tre mandati.
In Romania, circa 10.000 persone ricevono pensioni speciali e quasi la metà dei beneficiari sono magistrati, secondo la Cassa Nazionale delle Pensioni Pubbliche. A queste pensioni di servizio si aggiungono quelle dei militari, poliziotti, dipendenti delle intelligence, che sono pagati da fondi delle casse pensionistiche dei Ministeri della Difesa e dell’Interno. La maggior parte dei beneficiari delle pensioni di servizio – 4.452, è rappresentata da giudici e procuratori. Uno di loro incassa la più alta pensione media di servizio: 20.159 lei (pari a circa 4080 euro).