I giovani e le elezioni
I giovani romeni sono piuttosto indecisi sul voto in quest'anno elettorale.
Ştefan Stoica, 04.04.2024, 12:07
Prima della maratona elettorale che la Romania vivrà quest’anno, con le elezioni europee e amministrative del 9 giugno, presidenziali a settembre e politiche a dicembre, al Parlamento è stata lanciata l’iniziativa “Giovani al voto”. L’azione è destinata a incoraggiare i giovani a votare e promuovere un’agenda delle loro priorità. Durante l’evento, è stato presentato lo studio integrale “I giovani di Romania nell’anno elettorale 2024”. Tra le sfide segnalate dagli intervistati ci sono la mancanza di posti di lavoro ben retribuiti, la qualità del sistema educativo, i problemi legati al tenore di vita.
In termini di fiducia nelle istituzioni, l’ambiente universitario è al primo posto, indicato con molta e moltissima fiducia dal 56% dei giovani, seguito dall’Unione Europea (51%), dall’Esercito (50%) e dalla NATO (50%). Nella lista delle istituzioni che godono di poca fiducia tra i giovani ci sono la stampa e soprattutto le istituzioni politiche: Presidenza, Governo, Parlamento, partiti. I giovani sembrano guardare con scetticismo e in modo critico certi aspetti del funzionamento dello Stato, come la prevedibilità, l’equità, l’indipendenza e l’orientamento del Paese sia verso i giovani che verso tutti i cittadini.
La mancanza di speranza fa sì che due giovani su tre prendano in considerazione una migrazione temporanea o permanente dalla Romania, il 68% ritenendo che il Paese stia andando nella direzione sbagliata. Gli aspetti principali identificati dalla maggior parte dei giovani come preoccupanti per la loro situazione in Romania sono la mancanza di opportunità sul mercato del lavoro, la scarsa qualità dell’istruzione, i vizi e il tenore di vita. Com’era prevedibile, le reti sociali sono le principali fonti di informazione per i giovani. 4 su 10 affermano di informarsi da fonti come Facebook, TikTok, Instagram, WhatsApp.
L’interesse dei giovani per la politica è basso. Le elezioni presidenziali sono considerate le più importanti. L’intenzione di partecipare al voto è dichiaratamente molto alta, ma potrebbe essere smentita alle urne. Alle elezioni politiche del 2020, poco più del 25% dei giovani romeni è andato a votare, e il tasso di partecipazione più alto tra i giovani, negli ultimi 8 anni, è stato alle elezioni europee del 2019, quando oltre il 40% è andato alle urne. La scelta del “male minore” è un aspetto indicato da 4 intervistati su 10.
“Giovani al voto” non è l’iniziativa di un uomo o di una persona, ma il progetto di una generazione, ha sottolineato Alexandru Manda, fondatore di “Giovani al voto” e organizzatore dell’evento. A suo avviso, la conclusione principale sarebbe quella che un giovane romeno su quattro dice di essere indeciso e di non sapere per chi voterà alle elezioni di quest’anno. Probabilmente il problema più grande è che molti giovani non vedono qui il proprio futuro, non perché non lo vogliano, ma piuttosto perché il sistema è costruito in modo tale da non soddisfare le loro necessità, ritiene il sociologo Dan Jurcan, direttore per la ricerca presso l’Istituto Romeno di Valutazione e Strategia (IRES). L’indagine IRES si è svolta a marzo, su un campione di 800 giovani intervistati, con un margine di errore del 3,5%.