Giustizia: il processo Colectiv continua
Le pene degli incolpati nel fascicolo sul club Colectiv di Bucarest potrebbero essere diminuite, dopo che i magistrati hanno cambiato parzialmente linquadramento giuridico dei reati.
Daniela Budu, 04.11.2021, 12:35
Dopo più di sei anni dall’incendio in cui 65 persone hanno perso la vita e 150 hanno subito gravi ustioni, le pene nel fascicolo Colectiv potrebbero diminuire. Tre giudici della Corte d’Appello di Bucarest hanno cambiato parzialmente l’inquadramento giuridico dei reati e hanno eliminato le conseguenze particolarmente gravi dei reati di abuso d’ufficio di cui sono accusati alcuni degli incolpati, tra cui l’ex sindaco del settore della capitale in cui si trovava il club, Cristian Popescu-Piedone. L’eliminazione della circostanza “conseguenze particolarmente gravi” dall’inquadramento del reato può determinare una diminuzione della pena. La decisione è importante ed è l’ultimo passo prima delle conclusioni definitive in questo processo.
A dicembre 2019, il Tribunale di Bucarest ha pronunciato le prime condanne nel fascicolo Colectiv. Allora, a Piedone era stata inflitta una pena di 8 anni e 6 mesi di carcere con esecuzione per abuso d’ufficio per il rilascio delle autorizzazioni di funzionamento del Club Colectiv. Sono stati condannati a pene carcerarie con esecuzione i tre padroni del club, i due vigili del fuoco responsabili, dipendenti del Comune, nonché i padroni della ditta di fuochi artificiali e i pirotecnici. In più, le persone condannate sono state obbligate a pagare, in solido con il Comune del Settore e con l’Ispettorato per Situazioni di Emergenza Bucarest-Ilfov, danni morali e materiali di oltre 50 milioni di euro alle vittime dell’incendio. La decisione del Tribunale Bucarest è stata però attaccata da questi, ma anche dai procuratori, e il processo è arrivato alla Corte d’Appello di Bucarest.
Ora, i superstiti dell’incendio e i parenti delle vittime hanno reclamato, in una lettera aperta, la decisione del tribunale di esaminare il cambiamento dell’inquadramento giuridico dei reati, sostenendo che potrebbe determinare pene “ridotte e insignificanti, sproporzionate rispetto alla gravità dei reati commessi e delle loro conseguenze, fatto che getterebbe un’ombra profonda sull’intero processo di giustizia in Romania”. Il 30 ottobre, a sei anni dalla tragedia per la quale nessuno ha pagato finora, loro hanno protestato in silenzio per richiamare l’attenzione sul rinvio della sentenza definitiva in questo caso. Hanno acceso candele e messo foto delle vittime sulla scalinata della Corte d’Appello, ma anche di alcuni politici ritenuti colpevoli di quanto successo allora. Alcuni dei presenti si sono stesi sui gradini dell’istituzione, accanto alle foto delle persone decedute, coprendosi di lenzuola bianche. Inoltre, i superstiti che hanno avuto bisogno di cure mediche e che continuano a necessitare terapia richiamano l’attenzione che le infezioni negli ospedali non vengono riferite e monitorate neanche adesso.
La Romania non ha tuttora centri per grandi ustionati e di recupero per i pazienti che hanno subito gravi ustioni. I parenti e gli amici delle persone che hanno perso allora la vita nonché alcuni rappresentanti della società civile denunciano il fatto che a sei anni dalla tragedia poche cose sono cambiate nel sistema sanitario romeno, mentre la giustizia con fa alcun passo in avanti nell’indagine. Il prossimo termine del processo è stato stabilito per il 17 novembre, quando si discuterà della struttura del collegio giudicante che risolverà la causa.