Elezioni fondamentali nella Repubblica di Moldova
La Repubblica di Moldova si prepara per le elezioni presidenziali e per il referendum attraverso il quale l'adesione all'UE potrebbe essere inserita nella Costituzione.
Mihai Pelin, 14.10.2024, 15:02
Nella Repubblica di Moldova, a maggioranza romenofona, confinante con la Romania, domenica sono previste le elezioni presidenziali e un referendum attraverso il quale l’adesione all’UE potrà essere inserita nella Costituzione. Radio Chişinău riferisce che l’attuale presidente, la filoeuropea Maia Sandu, è la favorita nei sondaggi, ma la Repubblica di Moldova si trova ad affrontare un’ampia campagna di influenza e disinformazione della Russia, volta ad allontanare il Paese dall’Europa.
Il segretario di Stato americano, Antony Blinken, ha recentemente avvertito che Mosca cercherà di manipolare i risultati delle elezioni presidenziali e del referendum, anche attraverso la televisione di propaganda “Russia Today”, che coordinerebbe la sua attività con i servizi segreti russi. Gli Stati Uniti hanno imposto sanzioni a diverse entità e persone dalla Russia per aver interferito nelle elezioni nella Repubblica di Moldova. Le persone prese di mira sono accusate di aver orchestrato una campagna per comprare voti e sostenere i candidati pro-Cremlino, e pochi giorni fa anche il Parlamento Europeo ha adottato una risoluzione tramite cui sostiene la Repubblica di Moldova nella lotta contro l’ingerenza della Russia nel dirottamento dei processi democratici nazionali, nel contesto in cui sono iniziati i negoziati di adesione all’UE.
Secondo la stampa, il governo di Chişinău stima che Mosca abbia versato almeno 100 milioni di euro nell’ex repubblica sovietica per influenzare le elezioni e il referendum pro-UE del 20 ottobre. Maia Sandu, ex funzionaria della Banca Mondiale, è stata eletta presidente nel novembre 2020, sull’onda della sua popolarità come riformatrice anti-corruzione con un programma europeista. Lei ha sostenuto uno stile di vita modesto – in netto contrasto con i politici che hanno dominato a lungo la politica in questo Paese. In una recente intervista, la presidente ha affermato che condivide con sua madre un appartamento con due vani, mentre il suo estratto conto patrimoniale del 2023 indicava il suo saldo bancario a 600 dollari. Nel 2021, il partito filo-occidentale di Maia Sandu, PAS, ha ottenuto la maggioranza alle elezioni politiche del Paese, conferendole un potere senza precedenti per attuare riforme e spingere il Paese verso l’Occidente. Ma, tre anni dopo, la Repubblica di Moldova rimane impantanata nell’instabilità economica e politica.
L’ex repubblica sovietica è precipitata in una crisi energetica quando Gazprom, controllata dal Cremlino, ha tagliato di un terzo le forniture di gas al Paese e ha chiesto più del doppio delle tariffe precedenti per mantenere il flusso, in quella che molti hanno visto come una vendetta politica da parte di Mosca per la posizione filo-occidentale della presidente Maia Sandu. Successivamente, la guerra della Russia contro l’Ucraina ha spinto la Repubblica di Moldova in una crisi finanziaria più ampia. Situata a poche ore di macchina da Odessa, la Repubblica di Moldova ha accolto il maggior numero di rifugiati ucraini pro capite, mettendo a dura prova il suo sistema sanitario, i servizi pubblici e le infrastrutture. L’inflazione è aumentata fino al 40%, mentre gli scambi commerciali con Mosca e Kiev sono diminuiti drasticamente.