Delta e droni
Nel sud-est della Romania continuano a cadere pezzi di droni, molto probabilmente russi.
Bogdan Matei, 14.09.2023, 13:43
Il Ministero degli Affari Esteri di Bucarest ha informato e si sta consultando con gli alleati nella NATO sugli sviluppi al confine tra la Romania e l’Ucraina, dopo il ritrovamento di nuovi frammenti di un drone, molto probabilmente russo, sul territorio romeno. È il terzo episodio del genere negli ultimi giorni e lincaricato daffari dellAmbasciata della Federazione Russa è stato convocato presso la sede del Ministero degli Esteri. La diplomazia romena ha chiesto ancora una volta con fermezza “la cessazione dei ripetuti attacchi contro la popolazione e le infrastrutture civili ucraine e lirresponsabile escalation della situazione di sicurezza da parte della Federazione Russa, anche alla frontiera tra la Romania e l’Ucraina”. Allo stesso tempo, Bucarest insiste sul “rispetto delle norme del diritto internazionale, compresa linviolabilità dello spazio aereo della Romania”.
Intanto il Ministero della Difesa precisa che “non ci sono elementi che facciano pensare all’esistenza di un attacco intenzionale contro la Romania”, e non si sono verificati voli non autorizzati o violazioni dello spazio aereo del Paese. Tuttavia, le comunicazioni ufficiali non sminuiscono langoscia delle persone che vivono vicino al confine. Gli abitanti del Delta del Danubio (provincia di Tulcea, sud-est) hanno già ricevuto messaggi RO-ALERT, in cui vengono avvertiti in merito alla possibilità che alcuni oggetti cadano dallo spazio aereo, nel contesto degli attacchi dell’esercito russo d’invasione contro Ucraina. Il messaggio è stato inviato in seguito a una decisione del Comitato Nazionale per le Situazioni di Emergenza. Si consiglia alla popolazione di mantenere la calma e di proteggersi nelle cantine o nei rifugi della protezione civile. Parallelamente, un distaccamento militare di genieri ha collocato in un villaggio due rifugi realizzati con elementi prefabbricati in cemento, che hanno consegnato alle autorità locali.
Tutti sembrano aspettarsi che incidenti del genere si ripetano. I russi prendono spesso di mira i porti fluviali di Ismail e Reni, nella Bessarabia meridionale, territorio romeno orientale annesso dall’Unione Sovietica stalinista nel 1940, a seguito di un ultimatum, ed ereditato dall’Ucraina nel 1991, come stato successore. Questi porti rappresentano uno sbocco importante per le esportazioni ucraine, dopo che a luglio la Russia si è ritirata dall’accordo sul transito dei cereali nel Mar Nero. I due porti sono essenziali per il trasporto delle merci sul Danubio: Reni si trova a circa 13 chilometri in linea retta dalla città romena di Galați e Ismail si trova sul braccio Chilia del Delta, diventato il confine tra la Romania e l’Ucraina.
Anche il segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg, ha dichiarato la settimana scorsa che non esistono informazioni che indichino un attacco intenzionale da parte della Russia. Egli ha ricordato che incidenti simili si sono verificati anche in Polonia. Ma gli avvenimenti in Romania, avverte Stoltenberg, “dimostrano il rischio di un incidente” causato dal conflitto in Ucraina. Lopinione è condivisa anche dagli analisti militari di Bucarest, i quali sottolineano che lesercito russo non è famoso per il rigore o gli scrupoli, tanto meno in tempo di guerra.