Deficit di bilancio e fiducia degli imprenditori
Gli imprenditori romeni sono fiduciosi sull'evoluzione dell'economia.
Iuliana Sima Anghel, 17.05.2024, 10:49
L’indice Confidex, che misura il livello di fiducia dei manager romeni nell’economia, ha raggiunto il valore più alto misurato negli ultimi quattro anni, pari a 52,5. Lo rileva il più recente studio su questo tema. Alla luce del calo dell’inflazione, dell’aumento del PIL e del crescente ottimismo dell’ambiente imprenditoriale locale e internazionale, in relazione all’evoluzione dell’economia, il valore dell’indice ha superato il precedente massimo di 50,2, registrato nella prima metà dello scorso anno. Secondo lo studio, la quota dei manager che si dichiarano ottimisti sullo stato dell’economia romena è salita al 34%, rispetto al 26% del semestre precedente. Tuttavia, il 38% rimane cauto.
I dati rappresentano un indicatore di resilienza, flessibilità e adattabilità del contesto imprenditoriale romeno ai bruschi cambiamenti delle condizioni di mercato che ha dovuto affrontare negli ultimi anni, a partire dalla pandemia di COVID-19, seguita dall’aumento dei prezzi dell’energia, quindi dalla guerra in Ucraina, i cambiamenti fiscali e l’ondata inflazionistica che non si è ancora fermata, indica lo studio Confidex. La stessa analisi rileva che le aziende attive nel settore dei servizi sono le più ottimiste, seguite da IT, edilizia e commercio. Al contrario, le imprese dei settori agricolo, energetico e industriale hanno un approccio più cauto.
D’altra parte, la Romania ha compiuto notevoli progressi nel ridurre il divario rispetto ai paesi sviluppati dopo il 2000, registrando l’aumento più rapido della produttività del lavoro nell’Europa centro- orientale, spiega Csaba Bálint, membro del Consiglio di Amministrazione della Banca Centrale di Romania. Il PIL rispetto al potere d’acquisto ha raggiunto oltre il 75% della media europea, un’evoluzione sostenuta dall’accumulo di investimenti diretti esteri e dal mantenimento di un debito pubblico basso per un certo periodo, afferma Csaba Bálint.
“Tutte le province della Romania hanno fatto progressi significativi negli ultimi quasi due decenni e mezzo in termini di PIL pro capite, ma le disparità regionali sono aumentate. Finora abbiamo beneficiato di un rapporto debito pubblico/PIL relativamente basso, offrendo margine di manovra per sostenere la crescita economica, ma l’aumento del debito ha anche creato vulnerabilità. Mentre la Romania recuperava rapidamente i divari, sono emersi squilibri significativi, con l’aggravarsi dei deficit gemelli in primis. Sia il deficit di bilancio che quello delle partite correnti sono a livelli elevatissimi da molti anni”, ha precisato Csaba Bálint.
Nel finanziamento degli investimenti è molto importante l’assorbimento efficiente dei fondi europei, ma sono essenziali anche la correzione del bilancio o la scoperta di fonti proprie di crescita economica, ritiene il rappresentante della Banca Centrale. Nelle previsioni di primavera, la Commissione Europea stima una crescita dell’economia romena del 3,3%, ma anche un deficit di quasi il 7% del PIL, il più grande dell’Unione.