Deficit commerciale in crescita
I dati dell'Istituto Nazionale di Statistica indicano che il deficit commerciale è aumentato del 15% nei primi nove mesi dell'anno.
Leyla Cheamil, 12.11.2024, 12:24
Il deficit della bilancia commerciale registrato dalla Romania nei primi nove mesi del corrente anno è aumentato del 15%, rispetto allo stesso periodo del 2023, fino al valore di circa 23,5 miliardi di euro, secondo i dati pubblicati lunedì dall’Istituto Nazionale di Statistica. Nell’intervallo menzionato, le esportazioni hanno superato i 69 miliardi di euro, diminuendo dell’1,4%. Le importazioni sono arrivate a quasi 93 miliardi, in aumento del 2,3%.
Secondo l’Istituto Nazionale di Statistica, nei primi nove mesi di quest’anno, quote importanti nella struttura delle esportazioni e delle importazioni sono detenute dai gruppi di prodotti: macchine ed equipaggiamenti di trasporto (quasi il 47% delle esportazioni e oltre il 36% delle importazioni) e altri prodotti manifatturieri. Il valore degli interscambi intra-UE ha superato i 50 miliardi di euro nelle spedizioni e più di 67 miliardi di euro nelle entrate.
Il valore degli scambi extra-UE ha superato i 19 miliardi di euro in esportazioni e i 25 miliardi di euro in importazioni. Sempre lunedì, la Banca Centrale di Romania ha rivisto al rialzo le previsioni sull’inflazione per la fine dell’anno al 4,9%, dal 4% stimato ad agosto. In sostanza, è tornata alle previsioni del rapporto trimestrale sull’inflazione pubblicato a maggio.
Il governatore Mugur Isărescu ha sottolineato che la Banca Centrale basa le sue previsioni solo su dati certi e che il modo in cui verrà effettuata la correzione fiscale e di bilancio per ridurre i deficit influenzerà anche l’evoluzione reale dell’inflazione. Il governatore ha dichiarato di aspettarsi ad un programma di correzione macroeconomica coerente con un forte sostegno politico.
“Ecco cosa stiamo aspettando. Un programma di correzione macroeconomica credibile da parte del nuovo governo, che sia sostenuto politicamente, accettato socialmente ed efficace da un punto di vista macroeconomico, in modo che possiamo connetterci. Possiamo concepire, intendo noi romeni, un programma di aggiustamento graduale, 0,7 all’anno, significativamente inferiore ad una crescita economica, che pensiamo al 2% annuo, che possa essere abbinato all’evitare il calo del tenore di vita, ma non con aumenti del 16% dei redditi lordi o netti o reali, cosa che non si può più fare”, ha detto Mugur Isărescu.
La Banca Centrale prevede che l’inflazione scenderà al di sotto del 3,5% annuo solo nel 2026. Mugur Isărescu ha sottolineato che l’evoluzione dei prezzi è caratterizzata da una serie di rischi e incertezze. Questi riguardano sia la politica fiscale e gli incrementi salariali, sia fattori esterni, come l’evoluzione delle economie europee con le quali la Romania intrattiene la maggior parte delle sue relazioni commerciali, la dinamica del prezzo del petrolio, alla luce delle crescenti tensioni geopolitiche, ma anche il modo in cui si evolveranno i conflitti in Ucraina e nel Medio Oriente.
Nel più recente rapporto “World Economic Outlook”, il Fondo Monetario Internazionale ha rivisto al ribasso all’1,9% le stime relative alla crescita dell’economia romena quest’anno, dal 2,8% previsto ad aprile.