Covid-19: Romania, dibattito sulla certificazione verde
Il green pass potrebbe diventare obbligatorio al lavoro in Romania e una legge in tal senso è allesame della Camera dei Deputati.
Corina Cristea, 15.11.2021, 15:55
In Romania, la certificazione verde COVID, che attesta l’avvenuta vaccinazione o guarigione, viene esibito allentrata nella maggior parte delle istituzioni, ma anche nei grandi centri commerciali, negli ipermercati e ai ristoranti. La misura è in vigore da tre settimane. Segue liter legislativo anche un ddl che prevede la certificazione verde obbligatoria anche sul posto di lavoro. Bocciato dal Senato, il disegno di legge è arrivato alla Camera dei Deputati, decisionale in questo caso. Il ritardo nellintroduzione dellobbligo di esibire il green pass rallenta la vaccinazione, spiega il capo del Dipartimento per Situazioni di Emergenza del Ministero dellInterno, il medico Raed Arafat.
In Romania, meno del 40% della popolazione ha ricevuto almeno una dose di vaccino. Il ritmo dimmunizzazione è diminuito nelle ultime settimane, dopo che, sullo sfondo della situazione drammatica negli ospedali, e di fronte alla possibilità di non riunire le condizioni per accedere al posto di lavoro, ogni giorno, fino al voto negativo del Senato, venivano riferite decine di migliaia di somministrazioni della prima dose. La certificazione verde non può essere obbligatoria al lavoro, è contraria alla Legge fondamentale, discrimina e trasgredisce i provvedimenti del Codice del Lavoro, sostengono le persone scontente che, in più città del Paese, compresa la Capitale, hanno scelto di protestare. Alla manifestazione organizzata a Suceava (nord-est), cui hanno presenziato circa 1000 persone, ha partecipato anche George Simion, co-presidente del partito parlamentare AUR.
NellUE, la situazione sanitaria sta peggiorando. Nellultima settimana, sono stati riferiti oltre due milioni di nuovi contagi, secondo lOrganizzazione Mondiale della Sanità, che ha esortato alla vaccinazione delle persone vulnerabili, in particolar modo. Il Centro Europeo per il Controllo delle Malattie anticipa una crescita del 50% del numero di nuovi casi e di decessi nelle prossime due settimane, e più Paesi hanno deciso di applicare nuovamente restrizioni. In Austria ai non-vaccinati è proibito muoversi fuori casa se non per fare la spesa, fare sport o per cure mediche. La polizia e le autorità sanitarie faranno controlli non annunciati, mentre a Vienna è stata avviata la vaccinazione dei bambini con età comprese tra i 5 e gli 11 anni, una prima in Europa. Finora, meno del 65% degli austriaci ha completato il ciclo vaccinale, il Paese piazzandosi sotto la media europea.
Restrizioni anche in Olanda, in seguito alla salita preoccupante della curva epidemiologica, anche se oltre l82% della popolazione eleggibile si è vaccinata, ma anche in Norvegia, dove luso del green pass sarà esteso e la terza dose di vaccino sarà somministrata a tutte le persone che hanno superato i 18 anni. Nel tentativo di fermare una nuova ondata della pandemia da COVID-19, la Germania, il cui tasso di vaccinazione supera il 67%, ha deciso di tornare allo smart-working.