Coronavirus: numeri in crescita in Romania
In Romania, i contagi dal coronavirus sono in crescita allarmante da un giorno all'altro. In aumento anche il numero dei decessi e dei ricoveri nei reparti di terapia intensiva, dove quasi tutti i posti-letto sono occupati.
Daniela Budu, 16.09.2021, 10:56
Negli ultimi giorni, il maggior numero di nuovi casi di infezione da SARS-CoV-2 è stato rilevato nella capitale Bucarest. L’incidenza complessiva nel giro di 14 giorni ha superato il 2 per mille sia nei comuni limitrofi alla Capitale che in altre località del Paese. Sono state annunciate nuove restrizioni per contenere il diffondersi del coronavirus, e nelle località che si confrontano con focolai le autorità stanno prendendo delle misure supplementari. I dati dell’Istituto Nazionale di Pubblica Sanità relativi alla scorsa settimana indicano che oltre un quarto del totale dei casi è stato accertati a Bucarest e nelle province di Timis (ovest), Cluj (nord-ovest), Costanza (sud-est) e Ilfov, confinante con la Capitale.
Dall’inizio della pandemia ad oggi, un caso su 77 è stato rilevato tra il personale medico e l’86% dei decessi si è registrato tra gli over 60. Inoltre, più della metà delle persone decedute erano maschi. Il rapporto indica che la maggior parte dei deceduti erano affetti da almeno una malattia associata. Sempre nella settimana precedente, più del 95% dei decessi è stato registrato tra le persone non immunizzate, e il 3% tra quelle che non avevano completato il ciclo vaccinale. Nello stesso intervallo, circa il 77% dei casi accertati sono stati rilevati tra le persone non immunizzate.
Tuttavia, la campagna vaccinale prosegue a ritmo ancora basso in Romania, nonostante i ripetuti appelli degli specialisti. Raramente vengono superate le 10.000 somministrazioni giornaliere e il numero delle persone immunizzate dall’inizio della campagna ha superato difficilmente 5,2 milioni di persone, vale a dire un terzo della popolazione eleggibile.
In riferimento alle restrizioni, il premier Florin Cîţu si è pronunciato contro la chiusura delle attività economiche qualora l’incidenza superasse il 3 per mille. Il primo ministro tiene in considerazione l’accesso ad eventi privati, feste di matrimonio o battesimo, ma anche a ristoranti e caffetterie, in base al green pass.
Affinchè queste attività rimangano aperte, dobbiamo avere una forma di monitoraggio. La certificazione verde è una delle proposte. I ristoranti potranno rimanere aperti in base alla certificazione verde. E’ una proposta, vediamo se verrà approvata dal Comitato Nazionale per le Situazioni di Emergenza. Ma partiamo dall’idea di base che non vogliamo chiudere le attività economiche ad un’incidenza superiore al 3 per mille. Ora abbiamo anche il vaccino, come anche il modo di verificare se una persone è vaccinata, testata, o ha superato la malattia, grazie alla certificazione verde. E’ un modo per mantenere l’economia aperta, ma allo stesso tempo, anche di mantenere certe regole, ha detto il premier.
Misure che facciano la differenza tra vaccinati e non vaccinati sono annunciate anche in altri Paesi europei, il che desta la scontentezza delle persone contrarie all’immunizzazione.