Controversie sul programma energetico
I parlamentari romeni hanno approvato un disegno di legge che permette di portare a termine i lavori ad alcune centrali idroelettriche abbandonate per motivi di tutela ambientale.
Bogdan Matei, 24.03.2022, 13:34
Con giacimenti propri di greggio e gas abbastanza importanti, la Romania è meno dipendente rispetto ad altri Paesi del mondo libero dagli idrocarburi russi e meno vulnerabile ai caprici del sempre più imprevedibile leader di Mosca. Il Paese dispone anche di una centrale nucleare, relativamente nuova, a Cernavodă (sud-est), con due reattori funzionali e altri due in fase di progetto, di campi eolici e di una rete idrografica generosa, che consente la costruzione di centrali idroelettriche. Le continue fluttuazioni sui mercati mondiali costringono, tuttavia, la classe politica di Bucarest a individuare nuove soluzioni per raggiungere la tanto ambita indipendenza energetica del Paese.
Dominato dalla coalizione governativa PSD-PNL-UDMR, il Parlamento ha approvato, mercoledì, un controverso ddl che permette di portare a compimento le centrali idroelettriche abbandonate molti anni addietro per motivi di tutela ambientale. La loro costruzione era iniziata prima che la Romania fosse ammessa nell’Unione Europea, nel 2007, e prima che si assumesse norme ecologiche molto più restrittive decise a Bruxelles. La Camera dei Deputati ha espresso il voto finale e gli argomenti relativi al deficit di energia elettrica in questo periodo di crisi hanno prevalso su quelli riguardanti la tutela ambientale. I socialdemocratici, che dispongono del più numeroso gruppo parlamentare e che hanno proposto il ddl, sono del parere che esso permetterebbe di valorizzare somme importanti, in euro, già investite nella costruzione delle centrali idroelettriche abbandonate.
Negli anni 2000 è stata avviata la costruzione di alcune centrali idroelettriche in tutta la Romania. Le aree protette non erano tracciate nella loro forma attuale. Non c’era alcuna condizione imposta dalla Commissione Europea. A cominciare dal 2003, sono stati investiti centinaia di milioni di euro legalmente, però successivamente alcune persone “intelligenti” hanno tracciato dal proprio ufficio la carta delle zone protette di Romania. Perdiamo centinaia di milioni di euro, nel contesto in cui oggi c’è un deficit di energia e dobbiamo aumentare la nostra capacità produttiva”, ha dichiarato il deputato socialdemocratico Alfred Simonis.
Dall’opposizione, i parlamentari dell’USR sono stati gli unici a opporsi all’iniziativa legislativa. Loro affermano che i benefici che queste centrali idroelettriche porterebbero una volta portate a compimento sono poco significativi, mentre l’ambiente sarebbe gravemente danneggiato. Con un guadagno illusorio, lo 0,4% dell’intera produzione nazionale, si distruggerebbe gran parte delle aree protette di Romania. Abbiamo delle soluzioni alternative. Esistono compagnie che desiderano investire in parchi eolici, però i ministeri non fanno il loro lavoro e non si occupano della gestione amministrativa. Saranno fatti danni irrimediabili alla natura”, ha dichiarato il deputato USR Stelian Ion. La decisione spetterà al presidente Klaus Iohannis che sceglierà se promulgare questa legge o meno.