Commissione Europea versus agricoltori
Di fronte alla furia degli agricoltori, la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha ritirato un disegno di legge volto a ridurre l'uso di pesticidi.
Mihai Pelin, 07.02.2024, 10:52
La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha proposto ieri, nella plenaria dell’Eurocamera a Strasburgo, il ritiro di un ddl volto a dimezzare l’uso dei pesticidi nell’UE. La bozza legislativa è un elemento base del Patto Verde Europeo e prevede di dimezzare l’uso di prodotti chimici fitosanitari entro il 2030 (rispetto al periodo 2015-2017). La proposta, bocciata a fine novembre dal Parlamento Europeo, mentre i negoziati tra gli Stati erano in fase di stallo, è diventata un simbolo di polarizzazione, ha dichiarato il capo della Commissione davanti agli eurodeputati riuniti in plenaria.
Durante i dibattiti, una ventina di trattori e diverse decine di agricoltori si sono radunati davanti alla sede del Parlamento Europeo per fare pressione sugli eurodeputati. Nella zona sono state rafforzate le misure di sicurezza per impedire l’accesso ai manifestanti, che hanno innalzato bandiere e cartelli con le loro richieste. Ci sono state due manifestazioni distinte: una del coordinamento rurale, per denunciare l’importazione di prodotti da paesi come l’Ucraina, che non sono soggetti alle stesse regole della Francia, e un’altra di una confederazione che si oppone ai nuovi organismi geneticamente modificati.
Negli ultimi giorni si sono svolte proteste in diversi paesi europei. Gli agricoltori spagnoli hanno bloccato ieri il traffico su alcune delle autostrade più importanti, unendosi ai loro colleghi europei che protestano contro i costi elevati, la burocrazia e la concorrenza dei paesi non UE. Molti sono scesi in piazza con i trattori, creando ingorghi in tutto il Paese. Come i loro colleghi di Francia, Paesi Bassi, Belgio e Portogallo, gli agricoltori spagnoli si lamentano della pesante burocrazia europea, dei prezzi bassi che ricevono per i loro prodotti e dell’aumento dei costi.
Anche gli agricoltori greci hanno protestato in quasi tutto il paese, rafforzando i blocchi stradali regionali e organizzando manifestazioni con i trattori. Chiedono la revisione della Politica Agricola Comune dell’UE, che, a loro avviso, ha ridotto notevolmente i loro redditi, ma anche un risarcimento per le perdite subite a causa dei prezzi elevati dei prodotti necessari alle colture. Le manifestazioni si sono estese anche in Germania e Polonia. Pure gli agricoltori italiani si stanno preparando per ampie manifestazioni nei prossimi giorni. I farmers bulgari hanno protestato ieri bloccando temporaneamente le strade principali e i valichi di confine, compreso quello con la Romania.
Alla fine della settimana scorsa, il governo di coalizione di Bucarest ha raggiunto un accordo con gli agricoltori e i trasportatori. In Romania, centinaia di farmers e conducenti hanno protestato contro l’aumento dei costi aziendali, con convogli di trattori e camion che hanno rallentato o bloccato il traffico sulle strade nazionali in prossimità delle principali città, compresa la Capitale. Inoltre, i manifestanti hanno bloccato per breve tempo un valico di confine con l’Ucraina e hanno cercato di fermare l’accesso al porto di Costanza sul Mar Nero.