Banca Mondiale, previsioni al ribasso per la Romania
Secondo le stime della Banca Mondiale, il tasso di crescita dell'economia romena rallenterà nel 2025.
Ştefan Stoica, 20.01.2025, 11:09
L’economia romena crescerà del 2,1% quest’anno, rispetto al 3,8% stimato alla metà del 2024. Lo rileva il più recente rapporto sulle Prospettive economiche globali, pubblicato dalla Banca Mondiale, indicando un calo anche nelle previsioni per l’anno prossimo, dal 3,8 al 2,6%. Secondo la Banca Mondiale, la crescita nell’Europa centrale dovrebbe riprendersi al 2,8% nel 2025 e al 3% nel 2026, alla luce delle robusta domanda privata. Tuttavia, si prevede che l’aumento delle esportazioni dall’Europa Centrale rimanga modesto, indietro a quello, a sua volta in calo, dell’eurozona. Secondo le previsioni degli esperti dell’istituzione internazionale, il livello degli investimenti, soprattutto in Polonia e Romania, dovrebbe migliorare grazie alle riforme strutturali e ai fondi europei in ritardo.
Secondo il rapporto, a questi paesi sono stati erogati rispettivamente il 19% e il 33% dei fondi nella Facilitazione di Ripresa e Resilienza, con circa il 13% degli obiettivi raggiunti e valutati positivamente. Nonostante l’afflusso di finanziamenti forniti dall’Unione Europea, le misure di consolidamento fiscale recentemente annunciate hanno contribuito da giugno a una significativa revisione al ribasso delle prospettive della Romania, secondo le stime della Banca Mondiale.
All’inizio di febbraio, una missione del Fondo Monetario Internazionale si recherà a Bucarest per incontrare i rappresentanti del nuovo Governo romeno e della Banca Centrale. La visita mira ad analizzare i recenti sviluppi economici e finanziari e ad aggiornare le prospettive macroeconomiche. Alla fine dello scorso anno, l’agenzia di rating Fitch ha rivisto al ribasso le previsioni di crescita del PIL della Romania per il 2025 e il 2026, rispettivamente all’1,4 e al 2,2%, data una ripresa meno pronunciata nell’eurozona. La Banca Mondiale prevede infatti che nell’eurozona il PIL crescerà solo dell’1% nel 2025, dopo aver stimato a giugno un aumento dell’1,4%.
Il peggioramento delle prospettive si inserisce in un contesto di riduzione dei consumi, bassi investimenti aziendali e debole evoluzione industriale. La Banca Mondiale richiama l’attenzione sugli effetti che potrebbero avere i problemi della Germania, responsabile di quasi il 30% del PIL dell’eurozona. Inoltre, la Banca Mondiale ha ammonito che eventuali dazi aggiuntivi del 10% imposti dagli Stati Uniti potrebbero ridurre di 0,3 punti percentuali la già fragile crescita economica globale, se i partner commerciali degli USA imponessero i propri dazi. Potenziali tasse doganali aggiuntive ridurrebbero dello 0,9% la crescita economica degli Stati Uniti, stimata al 2,3% nel 2025. Gli investimenti diretti esteri nei paesi in via di sviluppo sono ora la metà di quelli del 2000, e le restrizioni commerciali globali sono cinque volte superiori rispetto alla media del 2010-2019, stima la Banca Mondiale.