Banca Centrale – riserve valutarie in crescita
Le riserve della Banca Centrale di Romania hanno raggiunto un record storico.
Bogdan Matei, 03.05.2023, 10:26
Il più longevo in carica tra tutti i personaggi chiave della Romania postcomunista è il governatore della Banca Centrale, Mugur Isărescu. Nato nel 1949, è anche il più longevo capo di banca centrale del mondo, in quanto è governatore dal 1990. Dal 1999 ha presieduto per un anno, come indipendente, l’allora governo di coalizione di centro-destra, e si è candidato senza successo alle elezioni presidenziali del 2000, ottenendo solo il 9,54% nel primo turno. Successivamente, Mugur Isărescu è tornato nella carica di governatore, con la quale si identifica da quasi un quarto di secolo. Non è necessariamente simpatizzato da tutti, ma nessuno gli contesta la competenza e la dedizione, soprattutto perchè continua ad accumulare performance come governatore.
La Banca Centrale di Romania ha accumulato una riserva record in valuta, che ha superato 53 miliardi di euro alla fine dello scorso mese. Rispetto a marzo, si tratta di una crescita di 112 milioni di euro. Il livello della riserva d’oro si è mantenuto a 103,6 tonnellate, cosicchè le riserve internazionali della Romania – valuta più oro – si avvicinano sempre di più ai 60 miliardi di euro, somma senza precedenti nella storia del paese. L’analista economico Constantin Rudniţchi ha dichiarato a Radio Romania che una riserva valutaria elevata incute fiducia agli investitori. La crescita delle riserve valutarie è dovuta in buona parte alle entrate di fondi europei, afferma Rudniţchi, dichiarandosi, tuttavia, sorpreso che i soldi non vanno nel dovuto ritmo all’attuazione dei progetti, soprattutto quelli del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
Il problema è, però, questo: il consolidamento della riserva valutaria ci indica che i fondi europei non si consumano nell’economia, cioè rimangono nei conti della Banca Centrale, poichè il percorso è questo: rinforzano la riserva, la aumentano, ma non arrivano nell’economia per motivi che osserviamo, cioè non si svolgono dei progetti, soprattutto del PNRR, in una maniera più dinamica, più veloce. Come conclusione, credo che possiamo dire che la riserva valutaria è un attivo, per così dire, che offre maggior fiducia nell’economia romena. Ad esempio, quando usciamo sui mercati per prendere dei prestiti, ciò può essere un vantaggio, forse tra i pochi, poichè se guardiamo al deficit di bilancia commerciale, al deficit di bilancio, al livello di indebitamento che aumenta abbastanza rapidamente, questi sono piuttosto punti interrogativi per chi intende acquistare titoli di stato romeni o bond romeni, ma la riserva valutaria è un’ancora su cui chiunque può contare in caso di necessità, ha spiegato Constantin Rudniţchi.
D’altra parte, sempre da un comunicato dalla Banca Centrale di Romania, risulta che i pagamenti scadenti a maggio 2023 nel conto del debito pubblico denominato in valuta, diretti o garantiti dal Ministero delle Finanze, ammontano a circa 272 milioni di euro.