Banca Centrale, previsioni al ribasso per l’inflazione
La Banca Centrale ha rivisto molto lievemente al ribasso le previsioni sull'evoluzione dell'inflazione quest'anno, dal 4,8% a novembre al 4,7% in questo momento. Per il prossimo anno, le stime sono del 3,5%.
Corina Cristea, 16.02.2024, 11:23
Dopo aver mantenuto per tutto lo scorso anno il tasso di riferimento al 7%, di cui ogni banca tiene conto quando concede prestiti ai clienti, privati o aziende, la Banca Centrale di Bucarest ha deciso a gennaio, ma anche adesso a febbraio, di continuare con lo stesso livello. La riduzione del tasso d’interesse potrà avvenire solo dopo due mesi consecutivi di calo dell’inflazione, ha suggerito il governatore della Banca Centrale di Romania, Mugur Isărescu. Il tasso era del 6,6% nell’ultimo mese dello scorso anno, però a gennaio è salito al 7,4%, nelle condizioni in cui i prezzi dei generi alimentari sono aumentati del 5,6%, quelli non alimentari del 7,3% e i servizi del 10,9%, secondo i dati dell’Istituto Nazionale di Statistica.
L’aumento nel primo mese del 2024 non ha sorpreso nessuno. Era stato anticipato dagli analisti e annunciato successivamente dalla Banca Centrale. Il tasso annuo d’inflazione aumenterà a gennaio per poi riprendere a scendere gradualmente, ma a un ritmo più lento sia rispetto al 2023 che alle stime precedenti, avevano detto gli esperti della Banca Centrale all’inizio dell’anno. La crescita sarà stimolata dall’aumento e dall’introduzione a gennaio di alcune tasse e imposte indirette finalizzate al risanamento del bilancio, indicava il comunicato della Banca Centrale in merito alla decisione di politica monetaria di gennaio, mentre il successivo calo del tasso d’inflazione sarà in gran parte determinato da fattori che riguardano effetti deflazionistici di base e correzioni al ribasso delle quotazioni delle materie prime agroalimentari e della quotazione del greggio, nonché la dinamica in calo dei prezzi all’importazione.
La Banca Centrale di Romania ha rivisto leggermente al ribasso le previsioni sull’inflazione per la fine di quest’anno al 4,7% e anticipa un valore del 3,5% per la fine del 2025, cioè al limite superiore del livello fissato. Il governatore Mugur Isărescu afferma che ci sono, tuttavia, una serie di fattori interni ed esterni che possono influenzare l’evoluzione dell’inflazione, tra cui i più importanti sono la condotta della politica fiscale, gli incrementi salariali e gli effetti dell’applicazione della legge sulle pensioni, ma anche gli sviluppi legati ai due conflitti militari in corso in Ucraina e nella Striscia di Gaza.
Da Bruxelles, la Commissione Europea prevede che la politica monetaria della Romania rimanga restrittiva quest’anno, per allentarsi solo gradualmente, man mano che le pressioni inflazionistiche si ridurrano. L’Esecutivo comunitario ritiene che, nonostante gli aumenti all’inizio dell’anno, dovuti alla crescita di alcune tasse, i prezzi dovrebbero diminuire nel 2024. Secondo le previsioni economiche invernali pubblicate ieri, l’Esecutivo comunitario stima per quest’anno una crescita economica in Romania inferiore a quanto anticipato in autunno: 2,9% rispetto al 3,1%.