14 candidati alle elezioni presidenziali in Romania
Per la carica di presidente della Romania sono in lizza 14 candidati.
Ştefan Stoica, 11.10.2024, 11:47
La competizione più avvincente dell’anno elettorale più intenso che la Romania abbia vissuto negli ultimi due decenni, punta alla poltrona presidenziale. Il primo turno delle elezioni per la massima carica si svolgerà il 24 novembre, mentre il round decisivo si terrà due settimane dopo, l’8 dicembre. Esattamente come 5 anni fa, dopo la convalida arrivata dalla Corte Costituzionale, sono rimasti in gara 14 candidati, 10 sostenuti dai partiti politici e 4 indipendenti.
L’eurodeputata Diana Şoşoacă, capo di S.O.S Romania, rappresentante radicale della corrente sovranista, antioccidentale e filorussa, non ha superato il filtro della CCR. La sua candidatura è stata invalidata con la motivazione che Şoşoacă avrebbe colpito, attraverso dichiarazioni e gesti, i pilastri costituzionali che fanno riferimento all’appartenenza del Paese alle strutture europee ed euro-atlantiche. La decisione ha provocato un’ondata di reazioni nello spazio pubblico, la maggior parte critiche, anche se la suddetta figura politica è considerata tossica, a causa della violenza del linguaggio e delle idee che propaga.
La corrente sovranista e nazionalista non resta però priva di esponenti, perché tra i candidati c’è il leader dell’Alleanza per l’Unione dei Romeni, George Simion.
Il candidato più importante della sinistra politica è l’attuale primo ministro e capo del Partito Socialdemocratico (PSD), Marcel Ciolacu. I sondaggi lo indicano con grandi chances di vincere il primo turno. È fiducioso di vincere la battaglia finale, anche se l’esperienza degli ultimi vent’anni ha dimostrato che, nella fase decisiva, è stato eletto il candidato della destra. D’altra parte, quest’anno, sulla “corsia” destra, le cose sono complicate.
L’aspirante proposto dal Partito Nazionale Liberale, il principale partito di destra, è il suo leader poco carismatico, l’ex primo ministro Nicolae Ciucă. È indietro rispetto al partito in termini di intenzioni di voto e il suo ingresso al secondo turno è incerto. Il PNL e il suo candidato “rimborsano”, secondo i sondaggi, il matrimonio governativo con il PSD. Il loro attuale tentativo di prendere politicamente le distanze dai socialdemocratici, senza lasciare il governo, non sembra credibile.
Sulla “corsia” destra c’è anche la presidente dell’Unione Salvate Romania, Elena Lasconi, sindaca di una piccola città del sud. È convinta che passerà al secondo turno e si pronuncia per la riunificazione della destra.
L’indipendente Mircea Geoană, fino a poco tempo fa vicesegretario generale della NATO, è tra i primi cinque candidati con possibilità di accedere alla fase decisiva. Geoană dice di aver imparato dagli errori del passato, alludendo a come, da leader del PSD, ha perso drammaticamente la corsa presidenziale nel 2009, parla della necessità di cambiamento e pretende di essere il candidato più competente in settori che l’attuale contesto geostrategico rende ancora più rilevanti.
Nella lista dei candidati figurano, tra gli altri, anche l’ex ministro della Giustizia e degli Esteri, l’indipendente Cristian Diaconescu, come pure l’ex primo ministro e leader liberale Ludovic Orban. Il secondo turno delle presidenziali conclude la maratona elettorale di quest’anno, iniziata a giugno con le amministrative e le europee. Le elezioni per il Parlamento nazionale si terranno il 1 dicembre, Festa Nazionale della Romania.