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Romania candida la transumanza carpatica a Patrimonio Unesco

La transumanza carpatica è stata iscritta nel Registro Nazionale romeno degli Elementi Vivi di Patrimonio Culturale Intangibile. È un primo passo verso la sua inclusione nella Lista Rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale dell'Umanità Unesco.

Romania candida la transumanza carpatica a Patrimonio Unesco
Romania candida la transumanza carpatica a Patrimonio Unesco

, 13.11.2020, 16:50

Il 16 novembre si celebra “La Giornata del Patrimonio Mondiale Unesco in Romania”, occasione per riportare, ogni anno, alla ribalta i siti Patrimonio dellUmanità nel nostro Paese. La Romania conta 8 siti culturali e naturali inclusi nella lista del Patrimonio Mondiale Materiale dellUnesco per la loro rilevanza culturale o scientifica: il Delta del Danubio, le chiese ortodosse ad affreschi esterni della Bucovina, le chiese ortodosse in legno del Maramures, le sei Fortezze Daciche nei Monti Orastie, i paesini sassoni con chiese fortificate della Transilvania, il Monastero Hurezi, della regione storica Oltenia, il centro storico della città di Sighişoara e le foreste secolari e vergini di faggi dei Carpazi. Nella lista del Patrimonio Culturale Immateriale dellUmanità, invece, la Romania vanta il rito del “Căluş”, il canto nostalgico fondamentale del folclore romeno “doină”, la ceramica di Horezu, lusanza natalizia dei gruppi di giovani auguratori, la danza maschile tradizionale “Feciorescul de Ticuş”, la tecnica tradizionale delle “scoarţe”, arazzi tessuti al telaio, e le usanze culturali tipiche della Festa del Marzolino. E, con la recente iscrizione della transumanza carpatica nel Registro Nazionale romeno degli Elementi Vivi di Patrimonio Culturale Intangibile, è stato compiuto un primo passo verso linclusione di questa antica pratica pastorale nella Lista Rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale dellUmanità Unesco. La Romania ha aderito, in seguito a un invito rivolto al Ministero della Cultura, a un dossier di candidatura multinazionale, che coinvolge 10 Paesi. Il documento di iscrizione nel Registro nazionale, “La transumanza carpatica, parte della vita pastorale tradizionale romena” è stato elaborato da unequipe di esperti della Commissione Nazionale del Patrimonio Culturale Immateriale del Ministero della Cultura e del Ministero dellAgricoltura e dello Sviluppo Rurale di Bucarest. Esso presenta informazioni sul valore socio-culturale, economico, demografico ed ecologico della transumanza, immagini attuali che illustrano questa pratica, e delinea una strategia di salvaguardia tramite azioni legislative e azioni pubbliche e private.



“Nonostante il suo declino a partire dalla seconda metà del XIXesimo secolo, questa occupazione a carattere storico continua a rappresentare il principale mezzo di sussistenza di un importante numero di pastori delle zone montane romene, conservando i tratti di uneconomia pastorale sviluppatasi lungo i secoli. Essa conferisce identità ai villaggi pastorali di montagna contraddistinti dalla pastorizia vagante e alle masserie pastorali”, si legge, tra laltro, nel documento di iscrizione nel Registro nazionale.



La transumanza carpatica è un fenomeno che ha portato allo sfruttamento di nuovi pascoli, allo scambio di elementi culturali tra individui e comunità, allapparizione di rotte commerciali e insediamenti umani, alla creazione di toponimi e antroponimi, contribuendo alla salvaguardia dellunità del popolo romeno. Come occupazione tradizionale, la pastorizia transumante si è sviluppata in concomitanza con la pastorizia locale e con quella pendolare, essendo praticata, secondo le fonti storiche, a partire dal XIV-XVesimo secolo in prevalenza dai pastori della Transilvania, nel centro della Romania, regione circondata dai Monti Carpazi. I pastori hanno tracciato delle vere e proprie “strade delle greggi e delle mandrie” e “strade del sale” diventate nel tempo importanti corridoi di transumanza. La transumanza sul territorio della Romania ha portato alla nascita di pratiche e saperi, tramandati di generazione in generazione, su itinerari, flora e fauna o sulla preparazione del cibo e dei prodotti tipici delle malghe. Questa antica tradizione legata alla pastorizia è parte di uneconomia contadina sostenibile e amica dellambiente, che serve anche ad assicurare un equilibrio psicologico grazie ai riti tipici. La transumanza ha creato un quadro per riti, cerimonie, tradizioni popolari ed eventi sociali specifici, tra cui i più importanti sono le feste pastorali, rileva ancora il documento di iscrizione nel Registro Nazionale degli Elementi Vivi di Patrimonio Culturale Intangibile.



Cristian Micu, museografo presso il Museo di Etnografia della Transilvania, ci invita a una breve immersione nella storia della transumanza in Romania.



“La transumanza carpatica è la pratica di spostare le greggi e le mandrie dagli alpeggi a valle durante la stagione fredda alla ricerca di pascoli non ancora innevati, dove farli svernare, a volte percorrendo distanze lunghissime, verso la Pianura del Bărăgan e del Danubio, fino a raggiungere il Delta del Danubio, o addirittura valicando gli attuali confini della Romania, sempre verso il sud. E di riportarli in montagna nella stagione estiva, alla naturale ricerca di cibo. Le zone tradizionali per la pratica della pastorizia vagante in Romania sono Marginimea Sibiului, la Contrada di Bârsa, la zona di Bran e la provincia di Covasna. Il numero di capi di bestiame coinvolti nella transumanza erano impressionanti nel passato, si trattava di centinaia di migliaia. Agli inizi, la transumanza carpatica era lappannaggio degli abitanti della Transilvania. Va detto che la pastorizia vagante ha contribuito notevolmente allo configurazione demografica della Romania, alla sua unità linguistica e culturale. Ha dato nascita a tecnologie di lavorazione dei prodotti e a usanze pastorali specifiche e ha contribuito allo sviluppo delle industrie locali. Nel periodo di massimo sviluppo di questo fenomeno, il numero di capi allevati in Romania è cresciuto in modo significativo in seguito allespansione dei mercati di sbocco dei prodotti pastorali. Penso alle manifatture di lana sassoni in Transilvania, ma anche alla grande domanda di carne ovina dallImpero Ottomano nel Medio Evo. Va, inoltre, ricordato il contributo alla crescita demografica in Dobrugia. Ancoroggi, nel Delta del Danubio, si incontrano persone che recano nomi derivati da quelli delle zone in Transilvania segnate dal fenomeno della transumanza, discendenti dei pastori transilvani giunti in Dobrugia nel passato”, ha raccontato il museografo Cristian Micu.




Sono tante le feste e i miti romeni ispirati alla transumanza carpatica. Una di queste feste è quella di San Giorgio, patrono dei pastori, che segna il 23 aprile linizio dellanno pastorale, quando si formano le greggi e comincia la salita allalpeggio. Alla vigilia di questa festa, per tradizione si faceva la selezione dei pastori e del posto dove allestire la malga e si preparano gli ovini per la prima mungitura e la ricotta, si fa la pesatura del latte munto per ciascuna pecora per sapere quale quantità di formaggio spetta al proprietario del gregge, e, in alcune comunità, vengono accesi dei falò. Alla pastorizia è legata anche la tradizione di strumenti musicali come il flauto, la zampogna e il corno alpino oppure le danze pastorali. Se le malghe in Romania sono già attrattive turistiche ricercate dai turisti, sia romeni che stranieri, dove si possono assaggiare piatti pastorali tipici come il bulz, la polenta con formaggio di malga e burro, e si possono passare giornate allinsegna dellarmonia con la natura, con gli animali e con il cibo e le sue origini, la Romania ambisce a creare anche una mappa virtuale che porti alla scoperta delle strade della transumanza per unesperienza turistica inedita, come accenna anche Cristian Micu. “La Romania dovrebbe puntare sulla valorizzazione del potenziale turistico della pastorizia vagante, creando una strada delle greggi e mandrie, secondo il modello della Strada del vino, ad esempio, che porti alla scoperta delle usanze e pietanze pastorali tradizionali e delle opportunità di vitto e alloggio presso le malghe. Linclusione della transumanza carpatica nel Patrimonio Unesco potrebbe essere un primo passo vero il rinvigorimento di questa tradizione pastorale, inclusivamente tramite un sostegno legislativo a questo elemento di patrimonio intangibile dellumanità”, ha detto Cristian Micu a RRI.



Un altro bene immateriale romeno, iscritto di recente nel Registro Nazionale degli Elementi Vivi di Patrimonio Culturale Immateriale, è il Gioco dellOină, dichiarato sport nazionale della Romania, che allorigine è unattività ludica pastorale e che risalerebbe al 1300. Da questo sport si dice sarebbe nato il baseball grazie ad alcuni immigrati dalla Transilvania che lo avrebbero portato in America.



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