La Fuga delle Lole
Una delle più pittoresche usanze sassoni, adottata anche dai romeni, è la cosiddetta Fuga delle Lole, che si svolge, ogni anno, ad Agnita e Sibiu, nell'omonima provincia della Transilvania, nel centro della Romania.
Adina Vasile, 25.01.2020, 17:12
Una delle più pittoresche usanze sassoni, adottata anche dai romeni, la cui prima attestazione documentaria risale al XVIIesimo secolo, è la cosiddetta “Fuga delle Lole”, che si svolge ogni anno ad Agnita e Sibiu, nellomonima provincia della Transilvania, nel centro della Romania. Secondo una leggenda locale, gli abitanti di Agnita, che si erano rifugiati nella chiesa fortificata durante un assedio dei turchi, si sarebbero salvati dopo che la figlia di un pellicciaio, dal nome Orsola, avrebbe spaventato e messo in fuga i nemici indossando stracci di tela bianca e nera e una maschera demoniaca e facendo rumori molto forti con un campanaccio e una frusta, proprio come fanno ai nostri giorni le cosiddette “lole”. I turchi credettero fosse il diavolo e si diedero alla fuga. Sarebbe questa lorigine delle lole, unusanza con cui, ai nostri giorni, si caccia via, in modo simbolico, linverno, e si dà il benvenuto al nuovo anno. Però, al di là della leggenda, lusanza è tipica del periodo di Carnevale che precede la Quaresima ed è, in realtà, connessa alla sfilata delle corporazioni artigiane.
Nel 12esimo secolo, Sibiu fu colonizzata, come tutta la Transilvania, dai Sassoni dellOrdine teutonico, e prese il nome di Hermannstadt. A partire dal Medioevo conobbe un continuo sviluppo economico grazie allattivita delle corporazioni artigiane. Nel 14esimo secolo, le corporazioni erano circa 19, mentre nella seconda metà del 16esimo secolo ce nerano 29, e verso il 1780 ben 40. Anche laltro borgo sassone della Transilvania che serve da palcoscenico alla Sfilata delle Lole, Agnita, vanta una lunga tradizione delle arti artigianali. Ogni anno, nellultima domenica di gennaio, in cui si organizza anche ai nostri giorni la Sfilata delle Lole, si svolgevano le elezioni delle corporazioni. In questa occasione veniva consegnato il baùle con tutti i documenti della corporazione al nuovo capo mastro e ai nuovi garzoni di bottega. Secondo la tradizione, i garzoni di bottega si vestivano di pellicce, recanti le insegne delle corporazioni, e illustravano tramite danze iniziatiche, larte che praticavano. La consegna del baule era assecondata dalle “lole”, personaggi umoristici mascherati che avevano la missione di scortare i bauli e di proteggergli con i rumori fatti con i colpi di frusta e i campanacci. Quindi, le lole erano gli abitanti stessi di Agnita di origine sassone, membri delle corporazioni. Fu così che nacque questa usanza popolare molto importante per la comunità sassone della zona. Il nome di “lole” proviene dal verbo tedesco “lallen”- balbettare e accenna al modo di parlare sotto la maschera di questi partecipanti-personaggi.
Si dice che 200-300 anni fa le lole indossassero costumi multicolori, ma attualmente il costume di lola è formato di pantaloni e una camicia di tela bianca, decorata con stracci neri, una maschera dipinta e guanti bianchi. Il significato della maschera è doppio: è spaventosa (per evocare la leggenda di Orsola, la giovane che salvò Agnita dallassedio dei turchi), e protettrice, perchè nasconde lidentità di chi la indossa. I costumi delle lole sono completati dalle fruste in pelle (Korbatsch), dalle tenaglie in legno intagliato (Quetsche) che servono a distribuire ai partecipanti le tradizionali frittelle immancabili dalla sfilata, e dal campanaccio (Ratsche). Di solito, le lole sono 10-30 in un gruppo, formato in base ai gradi di parentela o al vicinato e del gruppo possono far parte, accanto agli uomini, anche le donne e i bambini tra 4-5 anni. Ciascuno dei 9 gruppi di lole si riunisce alle 10 del mattino presso la casa di un abitante e poi si reca nel posto di incontro comune per una foto di gruppo e la sfilata. Ciascuna lola ha il suo ruolo nella sfilata e nel centro di Agnita si fanno dimostrazioni di abilita, nonchè tre soste, per sfoggiare le insegne delle corporazioni.
Nella Sfilata delle Lole i personaggi si susseguono a seconda dellimportanza rivestita nel passato dalla corporazione che rappresentano. Cosi la sfilata è aperta dal capomastro della corporazione degli stivalai – la più grande – accompagnata da due bambini – angeli custodi-, seguita dalla corporazione dei sarti e da quella dei pellicciai, mentre lultima a sfilare è la corporazione dei bottai, rappresentata da una lola che fa girare molto abilmente un cerchio di botte sul quale sono poggiati a forma di piramide bicchieri di vino… senza versare nemmeno una goccia. Tutto culmina davanti al Comune di Agnita con linno della Transilvania – Siebenbürgen Land des Segens – e con gli auguri di salute e prosperità nel nuovo anno. Linno viene cantato prima in tedesco, poi in romeno, e parla di unità, amicizia e uguaglianza. Verso mezzogiorno le lole si tolgono le maschere. La Sfilata storica delle Lole è seguita dalla Corsa delle lole. Munite di frittelle, le lole corrono in gruppi lungo le strade per scacciare gli spiriti maligni a colpi di frusta e suoni di campanacci e coinvolgono il pubblico in una danza tradizionale. Chi partecipa e riesce ad indovinare chi si nasconde dietro la maschera riceve in premio una frittella. Tutto si conclude in bellezza con il Ballo delle Lole.
Fino al 1989, la Sfilata delle Lole era una tradizione esclusiva della comunità sassone di Agnita. Dopo lemigrazione massiccia dei sassoni in Germania, nel 1990, la loro comunità si ridusse considerevolmente e non ci restò quasi nessuno a organizzare la Fuga delle lole. Allora, un insegnante, Bogdan Pătru, fondò unassociazione, “La Corporazione delle Lole”, e riprese questa pittoresca usanza assieme ai sassoni che tornano apposta, ogni anno, dalla Germania per la tradizionale sfilata.