La Dobrugia multiculturale
Terra carica di storia e leggende, la Dobrugia attira i turisti innanzittutto grazie alla sua multiculturalità.
Daniel Onea, 15.09.2019, 19:20
Terra carica di storia e leggende, la Dobrugia attira i turisti innanzittutto grazie alla sua multiculturalità. Le comunità etniche che ci vivono sono un esempio di convivenza. Turchi, tartari, greci, armeni o ebrei, tutti hanno portato il loro contributo alla prosperità della zona. Nel passato, ciascuna comunità aveva un sobborgo, considerato il suo centro. Diana Slav, cicerone a Costanza, ci ha parlato del vecchio sobborgo greco.
“La comunità greca è stata e continua ad essere molto implicata in tutto ciò che significa vita culturale del capoluogo di provincia Costanza. I greci ci hanno regalato la prima scuola pubblica di Costanza, costruita intorno al 1865, e il primo teatro della città di Costanza, chiamato Elpis, che in greco significa speranza, eretto nel 1898. Il musicista George Enescu vi ha tenuto due concerti, mentre lo storico Nicolae Iorga, nato da madre greca, vi ha tenuto un piccolo discorso. Sempre qui si trova la prima chiesa cristiana di Costanza, la chiesa greca Metamorhposis (la Trasfigurazione). La sua costruzione è stata ultimata nel 1868. Custodisce al suo interno i lampadari originali, del 1862, portati da Murano, donazione di un commerciante greco. Per dieci anni è stata lunica chiesa cristiana di Costanza, cosicchè i cattolici, gli ortodossi e gli armeni hanno celebrato messe insieme nello stesso spazio. Come mai è stata lunica chiesa cristiana? Fu eretta durante lImpero Ottomano. I greci riuscirono a negoziare coi turchi per poter costruire la chiesa cristiana. La condizione essenziale dei turchi fu che non fosse eretta più alta della vicina moschea. Il suo tetto fu fatto piano, senza croce e senza campanile. La chiamata alla preghiera era permessa solo per i musulmani. Lattuale campanile risale al 1947, è ancora funzionante e apprezzato dalla comunità ortodossa”, ha raccontato Diana Slav.
La scalinata di questa chiesa fu salita da Carlo I e dal futuro zaro della Russia, Alessandro, nel 1878, quando il re romeno effettuò la sua prima visita in Dobrugia. In questa chiesa venne celebrato il Te Deum alla memoria dei caduti nei combattimenti di Plevna e Grivița. Mihnea Hagiu, vicepresidente della comunità greca di Costanza, afferma che, attualmente, in Costanza, vivono circa 2.500 greci.
“Sulla strada dove sorge il Teatro di Marionette Elpis abitò Nikola Papadopol, dichiarato il primo cittadino romeno da Carlo I, nel 1877, in quanto sindaco di Costanza, prima dellarrivo delle autorità romene. Egli si occupava della raccolta delle tasse, che consegnava alle autorità ottomane. Il successivo sindaco di Costanza fu sempre un greco, Anton Alexandidri. La comunità greca fu coinvolta sin dallinizio nello sviluppo della città di Costanza. Gli abitanti greci di Costanza, prima del momento dellunione della Dobrugia alla madre patria, fecero una dichiarazione alle autorità romene, non bulgare, allepoca la Dobrugia essendo contesa anche dalla Bulgaria”, ha raccontato Mihnea Hagiu.
Ghindărești, della provincia di Costanza, fu, lungo il tempo, ora comune, ora villaggio. Con una storia molto ricca, con tradizioni e, soprattutto, una gastronomia particolare, la comunità dei russi di antico rito ortodosso si radunano nella chiesa “La Risurrezione”, la cui costruzione cominciò nel 1906, alta 45 metri. Anfisa Demid, professoressa di romeno e russo nella scuola di Ghindărești e presidente della comunità dei russi di antico rito ortodosso.
“I nostri antenati sono cristiani di antico rito ortodosso, quelli che non vollero rinunciare alla vecchia fede, come la vedevano loro. I russi di antico rito ortodosso si chiamano in romeno lipoveni e sono solo quelli che vivono in Romania. Sembra che la denominazione di lipovean sia dovuta al fatto che uno dei loro primi insediamenti sorse intorno a una foresta di tigli. In russo, il tiglio si chiama lipa, donde il nome di lipoveni. La nostra comunità venne menzionata per la prima volta in un documento in Valacchia, in cui si leggeva che in Dobrugia viveva una popolazione di russi stabilita in Turchia, in quanto la Dobrugia era provincia turca, in una località chiamata Ghindărești. Viviamo in questa zona da quasi 300 anni. I lipoveni si sono stabiliti, in generale, nei pressi dei corsi dacqua, per poter vivere di pesca, perchè arrivavano dalla zona del Don ed era la loro occupazione di base. Abbiamo conservato fino a oggi le vecchie icone e i libri ecclesiastici, i costumi e le tradizioni”, ha raccontato a RRI Anfisa Demid.