Il centro storico di Bucarest, tra passato e presente
Molto animato a prescindere dal momento dellanno, il centro storico di Bucarest è il principale luogo di ritrovo e ristoro dei bucarestini, ma anche dei turisti in visita nella capitale romena.
Adina Vasile, 15.01.2014, 18:53
Vi invitiamo ad una passeggiata virtuale, tra storia e leggenda, tra passato e presente, per il centro storico di Bucarest, il principale luogo di ritrovo e ristoro dei bucarestini, ma anche dei turisti in visita nella capitale romena. Attestata nei documenti sin dal 1459, Bucarest fu residenza principesca, competendo con Târgoviste per lo status di capitale, dopo la crescita d’importanza del sud della regione storica Valacchia. Scelta come residenza, nel XVesimo secolo, dal Principe della Valacchia, Vlad Tepes (Vlad l’Impalatore), che ispirò la figura del leggendario conte Dracula, diventò nel XVIIesimo secolo capitale della Valacchia e, dal 1862, capitale dei Principati Romeni Uniti e successivamente della Romania. Suggestiva testimonianza dei tempi passati è nel suo centro storico l’Antica Corte, nota anche come il Palazzo Principesco, risalente alla fine del Trecento – inizio del Quattrocento, il più antico edificio feudale di Bucarest. Oltre al suo ruolo politico, fu centro della vita economica della città, che andò man mano sviluppandosi soprattutto in seguito all’insediamento di diversi artigiani, che lavoravano la pelle ed i metalli, cui sono intitolate ancoroggi le stradine.
Il centro storico di Bucarest fu fulcro del commercio della città per secoli. Dal 1659, quando Bucarest diventò capitale della Valacchia, apparvero le grandi locande, furono erette chiese e aperti laboratori artigianali. Nota come “Ulita mare” o “Il grande vicolo”, nel 1589, la principale via che lo attraversava si trasformò, nel 1750, nella strada “Lipscani”, grazie ai negozianti che ci aprirono botteghe e che portavano merci da Lipsia. Accanto ai commercianti romeni, nel centro storico aprirono negozi negozianti greci, bulgari, serbi, ebrei, albanesi e austriaci. I nomi delle sue strade sono ispirati a quelli delle corporazioni degli artigiani che ci vivevano tanti secoli fa: ci troviamo la Strada Covaci, ossia dei Maniscalchi, o la Strada Selari, o dei Sellai, perchè c’erano le botteghe di selleria. Sulla strada Covaci si trovava nel passato il famoso ristorante “Da Iordache”, dove nacquero le tradizionali salsicce romene “mititei”, fatte di carne trita speziata e da cucinare alla griglia. Le leggenda dice che una delle sere il locandiere rimase senza budella ovine per le salsicce e che il poeta e giornalista romeno Nicolae Orasanu gli chiese di mettere il mix di carne trita come tale, direttamente sulla griglia. Dopo aver gustato la salsiccia-sperimento, l’avrebbe chiamata per scherzo… “mititel”. I “mititei” riscossero un cosi’ grande successo che il ristorante divenne in breve tempo uno dei più popolari. E i “mititei” sono ancoroggi tra i più amati prodotti della nostra cucina. Li potete assaggiare, del resto, in diversi ristornati con menù tradizionali romeni del centro storico di Bucarest. Un’altra strada passate alla storia è Smardan, dove, nella notte tra il 23 gennaio e il 24 gennaio del 1859, presso l’Albergo Concordia, membri di spicco del Partito Nazionale decisero l’elezione di Alexandru Ioan Cuza come principe dei Principati romeni Moldavia e Valacchia, iniziando cosi’ lunione, uno dei momenti più importanti della costituzione dello stato romeno moderno. Del resto, l’albergo “Concordia”, eretto nel 1852, era la “perla della corona” di Bucarest. Le 90 stanze, il ristorante dove la borghesia si dilettava con specialità francesi, italiane o tedesche, il caffè e la sala da biliardo rendevano Concordia uno dei più raffinati di Bucarest. Era una calamita per l’elite politica dell’epoca, i grandi industriali e i diplomatici stranieri. La strada francese, la prima strada pavimentata a Bucarest, è attualmente una delle più cosmopolite della città, con ristoranti romeni, turchi, irlandesi, francesi, italiani, libanesi e ungheresi.
Nel passato, il centro storico della nostra capitale era contraddistinto anche dal gran numero di locande che erano sempre piene di commercianti da tutto il mondo, come la Locanda di Manuc, la Locanda Gabroveni, la Locanda con Tiglio, la Locanda Greci, la Locanda di Serban Voda e la Locanda Coltea. Quest’ultima, sul cui posto sorge ai nostri giorni l’omonimo ospedale, era una delle otto che avevano nel cortile interiore una chiesa. Anche se molte delle locande della Bucarest di una volta non esistono più, alcune sono sopravvissute fino ad oggi, adibite ad alberghi e ristoranti. La Locanda di Manuc, risalente al 1806, aveva al pianterreno 15 negozi, due grandi saloni, 10 magazzini, 16 camere per i camerieri e cucine e 107 stanze da letto al primo piano. È stata parzialmente riaperta agli ospiti nel 2012. Il suo ristorante è tra i più ricercati della capitale sia dai romeni, che dai turisti stranieri. Un’altra locanda storica è la Locanda con Tiglio, risalente al 1833. Ospita ai giorni nostri gallerie d’arte e un bar nel seminterrato. La sua facciata di vetro è tipica dell’architettura della Valacchia. Celebre anche la locanda Gabroveni, edificio-monumento storico, eretto intorno al 1804-1818, in corso di restauro, che sarà adibita a centro culturale con una sala spettacoli di 200 posti e negozietti.
Alla fine dell’Ottocento, Bucarest si valse il nome di “Piccola Parigi” grazie all’architettura di ispirazione francese. Sono tanti i monumenti storici e gli edifici della belle époque nel centro storico , tra cui la Cassa di Risparmio. Se volete farvi, invece, un’idea sullo stile architettonico tipico romeno, andate a vedere la chiesa Stavropoleos, del XVIII secolo, gioiello dell’architettura religiosa, in stile “brancovan”, dove potete ammirare dei bellissimi affreschi.
Molto animato a prescindere dal momento dell’anno, il centro storico di Bucarest offre ai nostri giorni la possibilità di scegliere fra piccoli negozi di antiquariato, botteghe di costumi tradizionali romeni e ricordini tipici, circa 100 birrerie e pub, bar e ristoranti con cucina tradizionale romena e internazionale. Tra queste spicca la birreria storica “Carù cu Bere” (Carro della birra) una delle più antiche della nostra capitale e tra i più amati luoghi di ristoro non solo nel passato, ma anche ai nostri giorni. Aperta nel 1879 nella vecchia locanda Zlatari, “Carù cu bere” fu spostata vent’anni dopo in Strada Stavropoleos, dove si trova tutt’oggi. Gli affreschi, le vetrate a colori e le balaustre scolpite di questa birreria storica ricordano a chi ne varca la soglia perchè Bucarest era soprannominata una volta “la piccola Parigi”. Personaggio emblematico della birreria è il cantiniere Ghita, la cui statuetta la potete vedere dentro, e che ci lavorò per decenni, scendendo migliaia di volte nella cantina strapiena di botti di birra e vino munito della sua immancabile lampada per portare da bere ai clienti. “Carù cu bere” era luogo prediletto di ritrovo di alcuni dei più importanti poeti e scrittori romeni. Non è famosa solo per la birra, ma anche per le sue prelibatissime specialità. Lì potete vedere esposti diversi oggetti che illustrano la storia e produzione della birra da tutto il mondo.