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Chiese uniche in Romania

Vi invitiamo alla scoperta di alcune delle destinazioni di turismo culturale e religioso uniche in Romania: la Chiesa San Nicola di Densus, la Chiesa fatta di un unico tronco e la Chiesa La Grotta di Sant'Andrea.

Chiese uniche in Romania
Chiese uniche in Romania

, 10.10.2014, 14:48

Vi invitiamo alla scoperta di alcune delle destinazioni di turismo culturale e religioso uniche in Romania. La prima sosta la faremo in Transilvania, a 10 km da Hateg, nella provincia di Hunedoara, alla Chiesa di San Nicola di Densus. Questa chiesa monumento-storico sorge su un territorio corrispondente per gran parte a quello dell’antica Dacia, dove venne, quindi, scritta la storia del popolo romeno. Dall’aspetto molto particolare, la Chiesa San Nicola di Densus fu costruita con zolle di fiume, mattoni con scritte romane, capitelli e lastre funerarie romane provenienti da Ulpia Traiana Sarmizegetusa, capitale della Dacia Romana. Ha un nao quadrato, con campanile, e un pronao retto da 4 grossi pilastri coperti di lastre funerarie, il tetto in pietra e l’altare fiancheggiato da due leoni di pietra. La storia della Chiesa di San Nicola di Densus è circondata da controversie, data la presenza di vari elementi insoliti per una chiesa ortodossa, ad esempio, l’altare costruito verso il sud, anzichè verso l’est. Una delle ipotesi sulla storia di questa chiesa è che sarebbe stata un tempio romano cristianizzato.



“La Chiesa di Densus è un monumento unico non solo in Romania, ma anche in Europa, che attira per la sua forma del tutto particolare e per l’aura di mistero che l’avvolge e soprattutto per la pregiata creazione iconografica al suo interno. Oltre un secolo fa, il grande storico romeno Nicolae Iorga, fermandosi nella Contrada di Hateg, restò colpito da questa chiesa che chiamò senza pari nell’intera Romania. È il più controverso monumento ecclesiastico romeno per la sua tecnica di costruzione e per le ipotesi sulla sua destinazione iniziale. La maggior parte degli storici, in base alle ricerche effettuate negli anni 1961-1963 e 1999-2000, affermano che si tratta di una chiesa medievale, eretta tra i secoli decimo-tredicesimo. Fu dipinta dal pittore Stefano, della regione storica Valacchia, formatosi nell’ambiente culturale di Curtea de Arges. Secondo un’altra ipotesi dice che negli anni 1765-1767, un ufficiale austriaco al servizio dell’imperatrice Maria Teresa, fece una prima ricerca su questo monumento che rivelò che si tratterebbe di un tempio pagano dedicato al dio Marte, fatto erigere dal governatore provvisorio della Dacia romana, Pompeius Longinus, tra le due guerre daco-romane, il quale, preso ostaggio dai Daci, si sarebbe suicidato per salvare l’onore di Roma. Dopo la sua morte e dopo che questo territorio divenne parte dell’Impero Romano, la famiglia del governatore avrebbe trasformato il tempio pagano in un mausoleo funebre dedicato ai dei pagani, che fu trasformato in basilica cristiana tra il quarto e il quinto secolo, danneggiata in seguito alla grande invasione avaro-slava e ridiventata chiesa cristiana dopo l’anno 1000. Secondo questa ipotesi, avremo di fronte il più antico edificio ecclesiastico nel nostro Paese ancora funzionante dal punto di vista liturgico. La Chiesa di Densus sembra sia stata costruita con lapidi romane portate probabilmente da Ulpia Traiana Sarmisegetusa sita a circa 10 km di distanza. Chi entrerà nella chiesa scoprirà sui 4 pilastri centrali lapidi recanti il nome del generale Longinus. Particolari anche gli affreschi, delle raffigurazioni naif della Santissima Trinità e dei santi vestiti di costumi popolari romeni tipici della Contrada di Hateg”, ha raccontato a RRI il professor Florin Dobrei, consigliere culturale presso il Vescovado di Deva e Hunedoara.



Un’altra destinazione di turismo culturale e religioso unica in Romania è il complesso monastico “La Chiesa fatta di un unico tronco”, nel Comune Francesti, nella provincia di Valcea, nel sud della Romania. Anch’essa monumento storico, la “Chiesa fatta di un unico tronco” fu eretta nel XVIesimo secolo ai margini di una secolare foresta di quercia. La più antica testimonianza su questo luogo di culto appartiene al viaggiatore Paolo di Aleppo, il quale, nel XVIIesimo secolo, racconta che un monaco trovò nella cavità di una quercia secolare l’icona della Madonna e senti’ una voce che lo esortò a costruire in quel posto una chiesetta usando solo il legno di quell’unica quercia. Accanto alla chiesetta in legno di quercia originaria venne eretta nel XVIIesimo secolo anche una in pietra, commissionata dal principe romeno Mattia Bessarabo, che custodisce attualmente una delle più antiche icone della “Madonna col bambino” in Romania, dalle dimensioni impressionanti (è alta un metro e mezzo e larga un metro), che si dice sarebbe dipinta da discepoli dell’Apostolo Luca. Nel mondo c’è ne sono solo altre tre simili: una a Mosca, una ad Istanbul e un’altra a Gerusalemme. Sul retro di questa pregiata icona è stata scoperta un’altra, raffigurante il Giudizio Universale. L’icona della “Madonna col bambino” è attualmente esposta in una vetrina costruita apposta da una ditta italiana che ha progettato una simile per la Gioconda di Leonardo da Vinci e per altre opere d’arte di importanti musei del mondo. Oltre a questa icona, cui è legata la leggenda della chiesetta in legno di quercia, la vicina chiesa in pietra custodisce altre 39 antiche icone. Migliaia di pellegrini da tutti i canti del mondo vengono a pregare all’icona scoperta nella quercia secolare, che i monaci chiamano “la Madonna che ti mostra il cammino”. Dopo un importante restauro fatto dal Ministero dell’Aria e della Marina, negli anni 1938-1940, la chiesa divenne luogo di preghiera simbolico per gli aviatori e i marinai. Il monastero di suore che fa parte del complesso monastico “La Chiesa fatta di un unico tronco” offre vitto e alloggio ai turisti in stanze da 3-4 posti letto, questo luogo di culto essendo un ottimo punto di partenza anche per visite ad altri luoghi di culto della regione Oltenia, dichiarati monumenti-storici, come Horezu, chiesa inclusa nella lista del patrimonio dell’umanità dell’Unesco, oppure Bistrita, Arnota e Cozia.



La prima chiesa cristiana apparsa sul territorio romeno fu la Chiesa di Sant’Andrea, apostolo che convertì al cristianesimo i romeni, adibita in una grotta della regione Dobrugia, nel sud-est della Romania. Attualmente, la chiesetta nella grotta fa parte di un complesso monastico vicino al fiume Danubio che include anche altre due chiese e più eremi. Si racconta che l’Apostolo Andrea, il primo discepolo di Cristo, giunto in Scizia Minore, sul cui territorio ricade l’odierna Dobrugia, per diffondere la parola del Redentore, si rifugiò in questa zona dalle persecuzioni dei romani e i sacerdoti del culto locale lo ricevettero a braccia aperte, ospitandolo in questa grotta in cui fu ulteriormente scavata la chiesa a lui dedicata. Dopo aver battezzato i primi cristiani della Dobrugia, parti’ da qui a diffondere la parola di Cristo nell’intera Dobrugia e nell’odierna Ucraina. Non si sa esattamente come fu scoperta questa grotta, in quanto la Dobrugia fu per quattro secoli, fino alla Guerra di Indipendenza del 1877, sotto dominio ottomano. Si racconta però che nel 1918 un importante avvocato di Costanza, capoluogo dell’omonima provincia della Dobrugia, mentre era in viaggio nella zona, scopri’ dopo un sogno ricorrente la Grotta di Sant’Andrea e cosi’ fu riportato alla luce il primo altare cristiano sul territorio romeno. L’avvocato vi fece costruire alcuni piccoli eremi e con la loro costruzione cominciarono ad arrivare anche i primi monaci che celebravano le messe nella grotta. Durante il periodo comunista, un periodo buio per la chiesa ortodossa, la chiesetta nella grotta fu distrutta e la grotta fu adoperata dai pastori come riparo per le pecore. Fu dopo il crollo del comunismo che due padri del monastero Sihastria della provincia di Neamt, nel nord del Paese, fecero costruire l’attuale complesso monastico, dove viene custodita una barra con reliquie di Sant’Andrea. Nelle vicinanze si trova la Sorgente di Sant’Andrea. Secondo la tradizione, quando il Santo Apostolo Andrea giunse in queste terre non trovò in nessun posto dell’acqua, e allora colpi’ con il suo bastone nella roccia nel posto dove c’è oggi la sorgente e l’acqua cominciò a sgorgare. Non lontano dalla grotta in cui fu scavata la Chiesa di Sant’Andrea si vedono ancora le tracce delle 9 sorgenti con l’acqua delle quali si dice siano stati battezzati i primi cristiani sul territorio romeno. Ai giorni nostri, la Grotta del Santo Apostolo Andrea è un’importante meta di pellegrinaggio e di turismo religioso in Dobrugia.

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