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Alla scoperta della Provincia di Neamt

Seguendo uno dei percorsi di turismo religioso e culturale più frequentati in Romania, in Moldavia, provincia storica nel nord-est del Paese, scopriamo monasteri ed eremi che attirano ogni anno centinaia di turisti romeni e stranieri.

Alla scoperta della Provincia di Neamt
Alla scoperta della Provincia di Neamt

, 30.01.2013, 15:38


Seguendo uno dei percorsi di turismo religioso e culturale più frequentati in Romania, in Moldavia, provincia storica nel nord-est del Paese, scopriamo monasteri ed eremi che attirano ogni anno centinaia di turisti romeni e stranieri. Se le più famose chiese ortodosse romene sono quelle ad affreschi esterni dei monasteri della Provincia di Suceava, nel nord della Moldavia, noto come la Bucovina, di cui sette nella lista del patrimonio culturale mondiale dell’Unesco, la vicina Provincia di Neamt vanta anch’essa oltre 15 monasteri e 25 eremi altrettanto belli. Non sono, però, le uniche attrattive turistiche della zona.


“L’offerta turistica della nostra provincia è molto ricca, grazie ai paesaggi bellissimi, alle riserve naturali protette per legge, alla presenza di tanti luoghi di culto e musei che custodiscono collezioni di gran pregio, di unità ricettive moderne ed accoglienti, e, non in ultimo, grazie all’arte popolare e alle nostre tradizioni. Se visitate la provincia, una sosta da non perdere è il Parco Naturale Ceahlau, dove sorge l’Athos della Moldavia, il “monte santo dei romeni”, com’è soprannominato il Ceahlau, perchè alle sue falde si trovano monasteri ortodossi rappresentativi per la Romania, come Agapia, Văratec, Neamţ, Secu, Sihăstria, Durău, Bistriţa, Pângaraţi e Tazlău”, ha raccontato a RRI Anca Afloarei, capo del Dipartimento Turismo del Consiglio Provinciale Neamt.


Questi luoghi di culto custodiscono, come quelli del Monte Athos, in Grecia, numerosi tesori artistici, tra antichi manoscritti, icone, vasi liturgici, ricami e affreschi dipinti da illustri rappresentanti della pittura bizantina. La chiesa del monastero Agapia, monastero di suore, è celebre per gli affreschi interni realizzati nel 1860 dal pittore romeno Nicolae Grigorescu, a soli 22 anni. Egli si ispirò ai dipinti dei maestri del Rinascimento, come Raffaello, Da Vinci, Tiziano, Rembrandt, e dipinse i volti dei santi usando modelli dal vivo. Il monastero possiede anche un fondo libri molto antico, dichiarato patrimonio nazionale, e una ricca collezione museale d’arte medievale e religiosa. Va detto che questi monasteri offrono vitto e alloggio ai turisti.


“Per chi volesse fare un tufo nella storia, nel capoluogo di provincia Piatra Neamt c’è un museo unico in Romania, dedicato alla cultura archeologica Cucuteni, del tardo neolitico, chiamata cosi’ perche i suoi primi reperti furono scoperti proprio nel villaggio Cucuteni della Moldavia. Abbiamo poi la Fortezza di Neamt, che faceva parte del sistema di fortificazioni della Moldavia costruito alla fine del XIV-esimo secolo contro l’incombente pericolo ottomano. Se volete conoscere la cultura popolare romena, fate una sosta presso il Museo di arte popolare tradizionale “Nicolae Popa” oppure al Museo di Etnografia di Piatra Neamt. Questa città, circondata da montagne, ha una telegondola che collega il centro città con il Monte Cozla in dieci minuti da dove potete scorgere anche il Monte Ceahlau. Sul monte Cozla c’è anche una pista da sci. E se volete assaggiare prelibatezze dalla cucina moldava, i posti ideali sono, oltre agli agritursmi, la Locanda di Ancuta e la Locanda di Razesi. Se amate le vacanze all’insegna della natura, una sosta che vi consiglio, oltre al lago-diga naturale Cuejdel, uno dei maggiori nel Paese, selvaggio e bellissimo, dichiarato riserva naturale, c’è il Parco Naturale di Vanatori-Neamt, con la riserva di bisonti europei Dragos Voda, dove questi maestosi animali vivono in semilibertà”, ha precisato Anca Afloarei.


Da sempre presente nell’eraldica romena, simbolo della regione storica romena Moldavia, animale antichissimo, il bisonte europeo scomparse dalle foreste romene all’inizio del 19-esimo secolo. È uno dei grandi mammiferi che pagarono caro le conseguenze del disboscamento, della caccia e del braconaggio. I primi bisonti furono furono portati in Romania dalle riserve e dagli zoo in Polonia e nell’ex Urss. Solo due regioni d’Europa, i Carpazi romeni, che vantano la più ricca biodiversità in Europa, e la Foresta di Bialowieza, lungo il confine tra la Bielorussia e la Polonia, offrono attualmente condizioni ecologiche favorevoli alla reintroduzione in natura del bisonte. Dato l’imaptto positivo di questi grandi erbivori selvaggi sulle foreste e sulla diversità vegetale, in Europa sono stati avviati diversi progetti volti non soltanto a salvare questa specie, ma anche a reintrodurla in natura. “Dragos Voda”, nel Comune di Vanatori-Neamt, è una delle quattro riserve di bisonti europei che danno rifugio e sicurezza a qualche decina di esemplari in Romania, accanto alla riserva di Bucsani, nella Provincia di Dambovita, di Hateg-Silvut, nella Provincia di Hunedoara, e di Vama Buzaului, in Provincia di Brasov. In seguito al programma di ripopolamento, la riserva “Dragos Voda” ospita attualmente 31 bisonti, maschi e femmine, di cui 25 integrati nel programma di allevamento in semilibertà.

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