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Alla scoperta della Dobrugia in bici

Vi proponiamo una scoperta del passato e del presente della Dobrugia in bici, mezzo ideale per andare alla ricerca di borghi e prodotti tipici e di paesaggi mozzafiato.

Alla scoperta della Dobrugia in bici
Alla scoperta della Dobrugia in bici

, 14.04.2016, 20:14

Vi invitiamo in Dobrugia, regione tra il Danubio e il Mar Nero, che offre turismo a 360 gradi, essendo una Romania in miniatura. Vi proponiamo una scoperta del passato e del presente della Dobrugia in bici, mezzo ideale per andare alla ricerca di borghi e prodotti tipici e di paesaggi mozzafiato, come i campi pieni di papaveri che si possono vedere da metà maggio a inizio giugno. La Dobrugia è contraddistinta dal resto delle regioni romene dalla diversità delle forme di rilievo, tra monti, gole, mare e delta. Qui si trova lunica porzione del territorio romeno bagnata dal Mar Nero, nonchè la terra più giovane – il Delta del Danubio -, e i monti più vecchi in Romania – I Monti Măcin, resto della Catena Ercinica.



Il più lungo percorso su due ruote in Dobrugia si snoda nel nord della regione, in provincia di Tulcea. Ha 250 km e inizia nel capoluogo di provincia, Tulcea, passando attraverso il cosiddetto triangolo dei monasteri Cocos-Saon-Celic Dere, poi per il Comune Niculitel, dove si può visitare un monumento paleocristiano, continua verso Isaccea, dove sorge la Moschea Azizie e dove si trova la tomba di Isaac Baba, ritenuto dalla comunità musulmana locale il fondatore della città, nonchè lantica citadella Noviodunum, una delle roccaforti poste dai Romani sulle rive del Danubio per la difesa dei confini dellimpero, e continua verso la Fortezza romano-bizantina Dinogetia, nel paesino Garvăn. Dinogetia, menzionata per la prima volta da Tolomeo nella sua “Geografia”, inzialmente insediamento dacico e poi romano, fu eretta durante il regno di Diocleziano (285-305 d.Hr.).



Segue la città di Macin, dove una prima sosta può essere il Monastero Izvorul Tamaduirii (La Fonte della Guarigione), poi la Fortezza Arrubium. Le rovine del castro militare romano Arrubium sorgono su un promontorio sulle sponde del Danubio. Arrubium fu menzionata per la prima volta nei documenti intorno al 100 dopo Cristo, quando limperatore Traiano preparava lintera Dobrugia come campo di attacco contro i Daci. Una serie di scritte, monete doro e argento e altri reperti, insieme a fonti scritte, parlano della fortificazione militare e della florida vita economica di Arrubium.



Sempre a Macin scoprirete la Cantina della Dobrugia e la Cantina di Terente, dove potete assaggiare i vini del fornitore ufficiale della Real Casa di Romania. Qui potete scegliere tra 4 tipi di degustazione, che costano tra 5 e 30 euro e anche di meno se si va in un gruppo organizzato. Nel prezzo sono inclusi anche assaggi dei piatti tradizionali della Dobrugia. Nei dintorni si possono fare voli col deltaplano, si possono fare viaggi in gommone sul Vecchio Danubio oppure percorsi nei Monti Macin.



La prossima tappa è lantica fortezza Troesmis, nel comune Turcoaia, una delle principali citadelle dei Geti, sita sul braccio Macin del Danubio. Fu importante punto strategico lungo il tempo, essendo menzionata per la prima volta nelle Lettere dal Ponto di Ovidio. Unaltra antica citadella da non perdere, Ibida, fu una delle più importanti della Scizia Minore. I romani vi fecero costruire un castro impressionante, su circa 3 ettari. Le rovine della fortificazione che faceva parte dellampio complesso difensivo della città di Ibida sono visibili ancoroggi.



Un altro punto di partenza per un un giro cicloturistico per la Dobrugia è la città di Costanza, città ricca di storie e leggende, anticamente chiamata Tomi e apparsa nel settimo-quinto secolo avanti Cristo. Tomi fu la seconda patria del poeta romano Ovidio, il quale, esule, vi passò gli ultimi 8 anni della sua vita. La sua statua sorge a tuttoggi a Costanza. Durante lepoca romano-bizantina Tomi diventò unimportante centro religioso cristiano. Vi si diffuse il cristianesimo di origine apostolica grazie allapostolo Andrea. Fu in questo periodo che venne chiamata Costanzia, nome dato da Costantino il Grande, in onore di sua sorella Costanzia. Nel decimo e tredicesimo secolo fu un florido porto, soprattutto sotto linflusso dei genovesi, che vi costruirono un faro. Costanza conobbe un periodo di forte sviluppo verso la fine del 19esimo secolo, quando il Servizio Marittimo Romeno aprì linee marittime verso Costantinopoli, Pireo e persino Rotterdam. Florido porto fluviale e marittimo anche ai nostri giorni, Costanza è capoluogo dellomonima provincia, ricca di siti archeologici, come quello di Histria, risalente a 7000 anni fa. Da Costanza si può raggiungere Harsova, lungo un percorso circlistico asfaltato di 147 km, alla scoperta, tra laltro, della Grotta di San Giovanni Cassian, ritenuto il più grande eremita cristiano. A Harsova ci sono il Museo di Storia Locale e la Citadella romana Carsium. Sempre verso Harsova si può andare tramite Medgidia e Cernavoda e poi lungo il Danubio, passando per Topalu e Capidava. Topalu vanta lunico museo darte della Romania sito in una zona rurale e una scogliera corallina neogiurassica, mentre a Capidava cè unaltra antica fortezza.



Un altro percorso che parte da Costanza va verso lisola di Pacuiul lui Soare e fa tappa nel vigneto Murfatlar, che ha una famosa cantina e un museo della viticoltura. Poi, verso sud, una tappa dobbligo è Adamclisi, con il monumento Tropaeum Traiani, certificato di nascita del popolo romeno, eretto dai romani in seguito alla conquista di questi territori, quando è iniziata la simbiosi tra i romani e le tribù daciche. Il viaggio continua con la grotta e il monastero Il Santo Apostolo Andrea, il monastero Dervent e la fortezza sullisola di Pacuiul lui Soare, nel paesino Ostrov, visibile quando il Danubio è basso e visitabile nelle barche dei pescatori.



Lungo questi percorsi potete trovare vitto e alloggio in agriturismi, alberghi oppure persino nelle case degli abitanti, non solo romeni, ma anche etnici turchi, tartari, aromeni, greci, russi di antico rito ortodosso, italiani, bulgari oppure albanesi, perchè la Dobrugia è una regione multietnica e multiculturale.




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