L’orso, il lupo, la lince – una ricchezza, non un problema
Il Programma internazionale Life - Euro Large Carnivores, finanziato parzialmente dall'UE, cui partecipa anche la Romania, programma sulla convivenza tra le comunità locali e i grandi carnivori in Europa, si sta avviando alla fine.
Eugen Coroianu, 28.01.2022, 08:00
Il Programma internazionale Life – Euro Large Carnivores, finanziato parzialmente dall’UE, cui partecipa anche la Romania, programma sulla convivenza tra le comunità locali e i grandi carnivori in Europa, si sta avviando alla fine. Per quasi 5 anni, grazie alla cooperazione transfrontaliera e alla comunicazione, sono state cercate le migliori soluzioni per dimostrare che l’orso, il lupo e la lince sono una ricchezza, non un problema. E per permettere a questi meravigliosi animali di vivere nei loro habitat, senza interferire con le attività umane. Del resto, la nostra convivenza con i grandi carnivori ha comportato lungo i secoli numerosi compromessi e adattamenti reciproci. Lo sviluppo eccessivo degli insediamenti umani e dell’infrastruttura negli ultimi 100 anni ha ristretto, però, drammaticamente l’habitat degli animali e ha perturbato in modo significativo la vita e l’attività delle specie. Come mostra l’organizzazione World Wide Fund, attività come gli sfruttamenti forestali, l’estensione dell’infrastruttura di trasporto, delle zone turistiche, delle costruzioni e delle fattorie, la raccolta intensiva dei frutti di bosco o la caccia eccessiva delle specie che rappresentano la base della catena trofica principale dei grandi carnivori hanno avuto un impatto notevole sul comportamento degli orsi, dei lupi e delle linci. Quali le principali sfide del momento in Romania e quali le cause ci ha spiegato Marius Berchi, esperto World Wide Fund e manager del progetto LIFE EuroLargeCarnivores implementato in Romania.
I problemi con cui ci confrontiamo direi che derivano dal fatto che le zone in cui l’uomo svolge le sue attività si stanno estendendo sempre di più, lo sappiamo benissimo, e si sovrappongono agli habitat degli animali selvaggi. E ciò ha effetti diretti sull’uomo – possiamo fare come esempio gli attacchi sugli uomini, oppure effetti indiretti come i vari tipi di danni materiali o perdite economiche. Altre cause sono le pratiche di gestione della fauna come i siti di alimentazione, che contribuiscono all’abituazione dell’animale selvatico all’uomo, e certamente la gestione deficitaria dei rifiuti. Se parliamo dell’uomo, certo, l’orso può causare un attacco, anche un decesso. Non ci sono dati recenti su attacchi del lupo sull’uomo.
Per avere un successo reale e duraturo, la riduzione del numero e dell’impatto dei conflitti tra uomini e grandi carnivori è un processo che necessita di un dialogo e una collaborazione continui, ma anche di consenso tra tutti gli attori implicati. Si tratta dei fattori di decisione, delle amministrazioni e delle comunità locali, delle agenzie per la tutela ambientale, delle guardie forestali e ambientali, dei gestori dei fondi per l’attività venatoria, dei fondi forestali, degli allevatori di animali, delle istituzioni di ricerca, delle università, delle ong, degli operatori turistici e altri. Cosa ha cercato di fare World Wide Fund Romania in questo senso ci ha spiegato Marius Berchi. Siamo riusciti, al fine di ridurre i danni, a proporre una misura di pagamento nel Piano Nazionale Strategico elaborato nell’ambito della Politica Agricola Comune, in seguito alla quale gli allevatori di animali potrebbero finalmente beneficiare di aiuto finanziario per acquistare equipaggiamenti e per rafforzare le misure di prevenzione. E la misura di cui parlavo è l’acquisto di equipaggiamenti, come i recinti elettrificati, i cani da pastore e persino i cassonetti anti-orso. Poi siamo riusciti a gettare le basi di una piattaforma regionale per la convivenza nei Carpazi Occidentali. Ne fanno parte gli allevatori di animali, i cacciatori e moltissimi rappresentanti della maggioranza delle istituzioni direttamente interessate all’argomento. Un altro risultato importante è che abbiamo cercato e credo siamo anche riusciti a contribuire almeno un po’ al rafforzamento della capacità delle istituzioni. Siamo riusciti a organizzare una serie di corsi di formazione e faccio due esempi: uno si è svolto lo scorso autunno e ha riguardato l’implementazione del sistema di valutazione e monitoraggio della popolazione di lupi a livello nazionale, mentre un altro si svolge questi giorni. Quest’ultimo riguarda le equipe di pronto intervento di cui fanno parte sindaci, gendarmi, cacciatori e medici veterinari. Abbiamo svolto attività di informazione tra i farmer sui passi da seguire se registrano danni per poter ottenere le compensazioni. Abbiamo donato equipaggiamenti di prevenzione nell’ambito del progetto – recinti elettrificati e cani da pastore e persino spray anti-orso. Un contributo importante l’abbiamo avuto anche per quanto riguarda la legislazione e le politiche, abbiamo cercato di mantenere un equilibrio per assicurare un management quanto più equilibrato della popolazione di orsi. Un altro contributo relativamente importante è stato quello allo sviluppo del Piano Internazionale di Azione per la Conservazione dei Grandi Carnivori nei Monti Carpazi.
In Europa, la popolazione di lupi, orsi e linci e altri animali selvatici è cresciuta nell’ultimo decennio. Secondo le statistiche, qui vivono oltre 18000 orsi, di cui oltre 6700 in Romania. E delle 9000 linci censite sul continente, 1200 vivono nel nostro Paese. Nonostante la loro importanza, i lupi sono stati sterminati nella maggioranza delle regioni europee negli ultimi due secoli, giungendo a un numero minimo alla metà del XXesimo secolo. In Romania, essi non sono, però, mai scomparsi. I dati ufficiali rilevano una popolazione stabile, di 2.500 fino a 2.900 esemplari, che vive nelle zone con colline alte e monti più bassi.