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Le foreste vergini e quasi-vergini della Romania

I Carpazi romeni ospitano le più grandi foreste secolari in Europa. Purtroppo, gli sfruttamenti e i disboscamenti eccessivi hanno distrutto, nel tempo, gran parte di queste foreste.

Le foreste vergini e quasi-vergini della Romania
Le foreste vergini e quasi-vergini della Romania

, 26.09.2019, 19:19

I Carpazi romeni ospitano le più grandi foreste secolari in Europa, le quali, nel passato, erano ancora più grandi. Purtroppo, gli sfruttamenti e i disboscamenti eccessivi, per ottenere legna, pascoli e terreni da coltivare, hanno distrutto, nel tempo, gran parte di queste foreste. Da circa 2 milioni di ettari, quanti c’erano intorno al 1900, si è gunti a 2 cento mila ettari, negli ultimi anni. Anche se la loro superficie si è ridotta, la Romania è rimasta il più ricco Paese d’Europa per quanto riguarda le foreste secolari. Alberi altissimi, che giungono a oltre 50-60 metri continuano a dominare queste foreste, e i grandi carnivori, come il lupo, la lince e l’orso, popolano ancora questa area selvaggia. Ai fini di una migliore tutela, le foreste di Izvoarele Nerei, Le Gole di Nera-Beușnița, Domogled – la Valle del Cerna, Cozia, Codrul Secular Șinca, Groșii Țibleșului, Codrii Seculari Strîmbu-Băiuț e Codrul Secular Slătioara sono stati inclusi nel Patrimonio Mondiale UNESCO. Dell’importanza di queste foreste ci parla stasera vorbeşte Gheorghe Mihăilescu, direttore generale della Romsilva, l’ente forestale nazionale romeno.



Le foreste vergini della Romania e quelle quasi-vergini sono importanti perchè sono un esempio per come si sviluppano le foreste, come crescono in modo naturale, come cambiano le generazioni in modo naturale. La loro vita scorre senza alcun intervento da parte dell’uomo. Sono un modello di vita senza alcun tipo di intervento. Sono alcune tra le più diverse foreste. Non sempre una foresta naturale e chiusa al 100% ha una diversità massima. La diversità della foresta è conferita anche dalla diversità di generazioni. Ad esempio, in una foresta naturale al 100% si può trovare solo una generazione di 180 anni. Ma, per avere diversità devi trovare anche esemplari di 10, 20 e 30 anni. È come se noi nominassimo, ad un certo punto, una foresta con una struttura curata attraverso il giardinaggio, ossia una che ha tutte le categorie di età. Non sempre le foreste naturali sono le più doverse. Le più diverse foreste e zone sono quelle abbinate a foreste naturali al 100%, a foreste coltivate, a foreste curate, che si incrociano con dei pascoli, con zone modificate poco o molto poco, con radure, con prati. Sono queste le più belle e più diverse rispetto alle foreste naturali al 100%, in quanto queste foreste naturali hanno questa tendenza a diventare secolari al 100%. E allora, la prevalenza degli esemplari di 180, 200 e 300 anni non incoraggia sempre la giovane generazione. Noi li adoperiamo come modelli e non ne abbiamo più cosi’ tanti. In Europa, ci sono pochissimi Paesi che hanno ancora simili foreste. Noi abbiamo tuttavia, in questo momento, 28 mila ettari individuati e mappati che riuniscono questi requisiti, per essere dichiarati foreste vergini e quasi vergini », ha precisato Gheorghe Mihăilescu.



Nel 2016 è stato creato un catalogo delle Foreste Vergini e Quasivergini, il che significa che queste foreste sono sottoposte a una tutela molto severa e non vi sono consentiti lavori o attività umane che potrebbero distruggerle. Finora sono stati individuati e inseriti nel Catalogo quasi 7000 ettari di foreste vergini e 22.100 di foreste quasi vergini e il processo continua. Ciononostante, alcune organizzazioni ambientali accusano le autorità di distruzione delle foreste secolari e chiedono l’intervento della Commissione Europea. Gli ambientalisti affermano chela Romsilva organizza lavori forestali all’interno di tutte le aree tutelate Natura 2000, senza un’analisi adeguata dell’impatto delle deforestazioni in queste zone uniche. Gheorghe Mihăilescu, direttore della Romsilva, risponde alle accuse. Le foreste sono protette. Queste foreste non hanno problemi di nessun tipo, almeno le foreste di cui è responsabile la Romsilva. Le organizzazioni ambientali hanno fatto segnalazioni alla Commissione Europea. Loro paragonano una situazione del 2004, la ricerca Pin Matra, con ciò che abbiamo fatto noi adesso. Ma non è giusto paragonare una cosa concreta a una cosa teorica. Tutte queste foreste sono sorvegliate e sottoposte a un controllo severo. Ci sono elementi di errore, perchè nel patrimonio naturale UNESCO sono incluse strade nazionali, zone modificate, ma ciò è stato fatto per errore, perchè chi si è occupato della ricerca non è andato effettivamente sul campo per vedere di persona. Noi abbiamo avviato adesso le pratiche per correggere questi errori. Ci sono ong che non accettano simili correzioni. Ma ci sono anche tante ong che si sono affiancati a noi e ci aiutano. Abbiamo fatto anche noi i nostri errori, in certi casi. La nostra credibilità ha avuto da soffrire, ma ci adoperiamo a recuperare. Si parla, oggi, in Europa, del fatto che la Romania non protegge le sue foreste, ma detiene le più pregiate foreste di faggio, la più bella flora, la più ricca biodiversità. Noi non le abbiamo protette ? Sapete che ci sono Paesi in Europa che dichiarano parco nazionale o naturale persino un giardino con alcuni alberelli?, ha spiegato Gheorghe Mihăilescu.



La Romania ha 6,5 milioane di ettari di foresta, di cui l’ente forestale nazionale, la Romsilva, ne gestisce 3,14, pari al 48% del totale del fondo forestale nazionale. La Romsilva gestisce anche 22 parchi nazionali e naturali, con una superficie totale di oltre 850.000 ettari. Di questi, 245.000 sono zone con protezione severa e integrale, dove le attività umane sono limitate. Quest’autunno, la Romsilva ha iniziato l’azione di delimitazione in zone, con distintivi, dei 22 parchi nazionali e naturali, come spiega Gheorghe Mihăilescu. Noi abbiamo chiesto la loro delimitazione effettiva in zone, per sapere cosa cosa possiamo fare e dove. Perchè non sapevamo se ricadessero in una zona a tutela integrale o in una zona di sviluppo sostenibile o inuna zona di conservazione. Quindi, abbiamo disposto che i nostri dipendenti facciano una delimitazione effettiva, usando il GPS ed elementi concreti di delimitazione, per stabilire il confine tra queste zone, perchè la gente, se non sa quali siano i limiti, rischia di sbagliare», ci ha detto Gheorghe Mihăilescu.




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