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Campagna di tutela delle acque

La maggioranza dei corsi d'acqua nell'Ue non si trovano in uno stato ecologico buono, stando all'ultimo studio realizzato dall'Agenzia Europea dell'Ambiente, nel periodo 2010-2015.

Campagna di tutela delle acque
Campagna di tutela delle acque

, 29.10.2018, 17:07


La maggioranza dei corsi dacqua nellUe non si trovano in uno stato ecologico buono, stando allultimo studio realizzato dallAgenzia Europea dellAmbiente, nel periodo 2010-2015. Sono state oltre 130 mila le fonti dacqua analizzate, e la conclusione è che nellintera Ue le acque si sono deteriorate in un ritmo allarmante. I Paesi dellEuropa Orientale hanno laghi e fiumi più puliti di quelli nellEuropa Occidentale, laddove la densità della popolazione e lagricoltura sono responsabili dellinquinamento chimico delle acque. La situazione è allarmante anche su piano mondiale. Gli specialisti ammoniscono che il mondo sta andando verso una crisi dellacqua potabile se non vengono prese misure urgenti. I calcoli dellOrganizzazione delle Nazioni Unite indicano il fatto che fino al 2050 circa cinque miliardi di persone vivranno in zone con accesso ridotto allacqua. Un rapporto della Banca Mondiale rileva che circa 70 fiumi importanti si sono prosciugati nellintero mondo, negli ultimi anni, a causa dei sistemi di irrigazione e del consumo eccessivo.



I Paesi Ue hanno a disposizione la Direttiva quadro sulle Acque per proteggere e rifare gli ecosistemi acquatici. Il rapporto rileva però che questa direttiva non è stata messa in applicazione effettivamente. Linquinamento persiste sulla maggioranza dei fiumi, nelle acque costiere e quelle sottoterranee. Il mercurio e il cadmio sono colpevoli dei casi più frequenti di inquinamento chimico.



“Solo il 40% delle acque europee si trovano in uno stato buono o molto buono. I criteri di valutazione dei fiumi si basano sulla legislazione esistente, sulla Direttiva Quadro sulle Acque, ma anche su altre legislazioni associate alla Direttiva. Nello studio si è tenuto conto dei parametri fisico-chimici, del modo in cui un fiume è soffocato dalle attività umane, dallintervento fisico concreto tipo regolarizzazioni, dighe, arginamenti… Tutti questi criteri sonos stati esaminati da ciascun Paese allorquando ha fatto una valutazione dei propri fiumi. Ma si è constatato che ci sono molte cose di cui non si è tenuto conto quando questa Direttiva è stata messa in applicazione, dallinizio degli anni 2000 – Direttiva che stabilisce gli obiettivi chiari di qualità per tutte le acque. Allora, nel 2000, sono stati stabiliti target per un buono stato delle acque per il 2015, ma non sono stati raggiunti. Molti Paesi hanno puntato sulla proroga della scadenza per il raggiungimento di questo obiettivo e sono state fatte molte deroghe. Cè stata una mancanza di ambizione di questi Paesi, ma anche un modo inefficace di valutazione e percezione della necessità di investire in varie misure, cosicchè i fiumi giungano in uno stato buono. È vero che questa Direttiva stipula che tutte le eccezioni di questo tipo devono avvenire entro il 2027. Fino a allora dobbiamo avere in Europa fiumi di una buona qualità dal punto di vista ecologico”, ha spiegato Camelia Ionescu, coordinatrice nazionale del Dipartimento Acque Dolci presso il WWF Romania.



Il rapporto dellAgenzia Europea per lAmbiente rileva che in Romania le acque sono, in gran parte, pulite. Negli ultimi anni sono stati fatti investimenti importanti in questo settore. 287 località hanno beneficiato di fondi per la ristrutturazione oppure lestensione dellinfrastruttura sia di alimentazione, che di trattamento delle acque. Per il periodo 2014-2020, sono stati stanziati 2,7 miliardi di euro per questo settore, sono stati approvati anche 4 progetti nuovi, uno dei progetti importanti di investimenti adottati è implementato a Bucarest e beneficia di uno stanziamento di 200 milioni di euro da fondi europei.



“In Romania, la percentuale per quanto riguarda la qualità delle acque è maggiore della media europea. Praticamente, ci sono ancora fumi in buono stato, ma abbiamo anche sufficienti minacce legate alle fonti di inquinamento, un esempio è lagricoltura. Credo che quasi lintero territorio è designato come zona sensibile ai nitriti da fonti agricole, la rete idrica è contaminta con queste sostanze. Ci sono molti casi in cui le fontane non potessero essere utilizzate come fonti di acqua potabile. Si dovrebbe riconsiderare il modo di pianificazione delle attività del sistema agricolo, cosicchè le risorse dacqua siano protette”, afferma Camelia Ionescu.



La Direttiva quadro sulle Acque è attualmente in corso di revisione “fitness check”. La verifica (“fitness check”) esamina la rilevanza, lefficienza, la coerenza e il valore aggiunto a livello dellUe di questa direttiva, processo che include anche una consultazione pubblica, lanciata a settembre 2018. Circa 100 ong lavorano, attualmente, sulla tutela e il consolidamento dellapplicazione di questa direttiva e lancia una campagna con cui sollecita alla Commissione Europea di difendere la Direttiva quadro sulle Acque affinchè resti immutata, anche se alcuni stati membri desiderano indebolire questa legge.



“In questo processo di valutazione, cè anche una componente con cui i cittadini possono esprimere la posizione, le idee e possono trasmettere le opinioni sul modo in cui sono gestite le acque. Questo è il momento in cui i cittadini possono dire alla Commissione Europea, alle autorità nazionali ed europee, come vedono loro limplementazione delle direttive e la tutela dei fiumi, se questa legislazione è buona o se può essere migliorata. Ciò che sappiamo noi è che per molti utilizzatori dacqua, ma anche per certe autorità di diversi Paesi, questa direttiva ha dato sufficienti grattacapi, ma lintento è di trasformare, di modificare questa direttiva. Il nostro timore è che queste trasformazioni possano determinare una riduzione degli obiettivi e il rilassamento del modo in cui gestiamo lacqua”, spiega Camelia Ionescu.



La consultazione pubblica si svolgerà fino al 4 marzo del 2019.




Foto: pixabay.com
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