Il politico Ion Mihalache
Nato il 3 marzo 1882 a Topoloveni, nel sud della Romania, il futuro politico Ion Mihalache proveniva da una famiglia di contadini poveri.
Steliu Lambru, 23.04.2018, 14:10
Nato il 3 marzo 1882 a Topoloveni, nel sud della Romania, il futuro politico Ion Mihalache proveniva da una famiglia di contadini poveri. Nonostante la scarsità materiale, diventò maestro di scuola elementare, uno dei più prestigiosi mestieri intellettuali del tempo. Andò a combattere durante la prima Guerra Mondiale su tutti i fronti romeni e fu insignito dell’Ordine Michele il Bravo. Dopo la guerra, Ion Mihalache fondò il Partito Contadino, di cui diventò presidente.
Nella nuova Romania, si avvicinò al politico Iuliu Maniu e al suo Partito Nazionale Romeno della Transilvania, cosicchè entrambi confluirono nel Partito Nazionale Contadino, il principale oppositore del Partito Nazionale Liberale. Dal 16 dicembre 1919 al 12 marzo 1920, Mihalache fu ministro dell’Agricoltura e del Demanio. La legge Mihalache del 1920 prevedeva la concessione di terreni compresi tra i 25 e i 100 ettari alle scuole, al fine di istruire gli alunni. Il suo secondo dicastero si svolse nello stesso campo dal 1928 al 1930, quando al governo era il suo partito. Invece, dal 1930 al 1933 ricoprì la carica di ministro dell’Interno.
Dopo l’avvento dei comunisti, Mihalache fu arrestato, insieme a Maniu, nell’estate del 1947. Il 12 novembre dello stesso anno, in seguito ad una messinscena giudiziaria, fu condannato all’ergastolo. Nel 1996, Radu Boros, pure lui ex detenuto politico, che doveva essere l’avvocato di Mihalache, ha raccontato al Centro di Storia Orale della Radiodiffusione Romena come si era svolto quel processo messo in scena.
Il tribunale militare, seguendo gli ordini politici del partito conunista, impose agli accusati dei difensori d’ufficio, come in tutti i grandi processi. Gli avvocati d’ufficio non contestavano i fatti presentati dagli accusatori e ammettevano delle prove che non erano finalizzate ad assolvere il cliente, bensì a conferire circostanze attenuanti o di clemenza. Però neanche queste prove venivano richieste in tutti i processi e per tutti gli accusati. Nel processo intentato anche nei miei confronti – da avvocato d’ufficio – dopo un’arringa che sembrava piuttosto una requisitoria, il difensore ha concluso esprimendo la convinzione che il tribunale pronuncerà delle sentenze da bastare agli incolpati. Su richiesta dell’avvocato, il tribunale condannò tutti quanti da lui difesi alla pena massima prevista dalla legge per i rispettivi fatti, ricordava Radu Boros.
Buttato nel carcere di Ramnicu Sarat, Ion Mihalache si spegneva il 5 febbraio 1963, dieci anni dopo la morte del suo amico Iuliu Maniu nella prigione di Sighet.