Usanze per la Festa di Santa Parascheva
Il 14 ottobre, i cristiani ortodossi celebrano Santa Parascheva, nata nell'XI secolo in un paesino sul Mar di Marmara, nei pressi di Costantinopoli. E' la protettrice della Moldavia, regione storica dell'est della Romania.
Monica Chiorpec, 14.10.2021, 10:41
Il 14 ottobre, i cristiani ortodossi celebrano Santa Parascheva, nata nell’XI secolo in un paesino sul Mar di Marmara, nei pressi di Costantinopoli. E’ la protettrice della Moldavia, regione storica dell’est della Romania. Le sue reliquie sono custodite dalla Cattedrale Metropolitana di Iași, capoluogo dell’omonima provincia della Romania orientale. La festa di Santa Parascheva è una delle grandi celebrazioni dei romeni ortodossi. Nell’Ottocento e Novecento, vennero costruite moltissime chiese a lei consacrate. Inoltre, nella tradizione popolare romena, questa festa si sovrappone a un’altra più antica, dedicata alla Santa del Venerdì autunnale. Sembra che questa antica entità del popolo romeno abbia le origini nella dea Venere, spiega l’etnologo Florin-Ionuț Filip Neacșu.
Nell’immaginario popolare romeno, Santa Parascheva è rappresentata come un’anziana che può punire gli errori della comunità, per ripristinare l’equilibrio, ma anche come protettrice. Perciò, la gente rispettava strettamente la festa, aggiunge Florin-Ionuț Filip Neacșu. In questo giorno, i contadini non lavoravano nè i campi nè in casa. Gli anziani non accendevano il fuoco, mentre le ragazze e le donne non facevano il bucato e non cucivano, in quanto temevano di avere poi dei problemi alle mani e alle gambe. Inoltre, sempre in quel giorno, si anticipano le previsioni del tempo per il successivo periodo, dice ancora l’etnologo.
Alla vigilia del 14 ottobre, si credeva che le ragazze che pregavano a Santa Parascheva avrebbero visto nel sogno il futuro marito. Inoltre, si credeva che le piante avessero maggiori poteri terapeutici in quel giorno, così come anche le acque.
Santa Parascheva è celebrata anche in Grecia, Bulgaria e Serbia. Centinaia di migliaia di pellegrini dalla Romania, ma anche da altri Paesi ortodossi del sud-est europeo, si recano ogni anno a Iași, per rendere omaggio alle sue reliquie. Quest’anno, nel contesto della pandemia, il pellegrinaggio si è svolto in condizioni eccezionali, come anche nel 2020.