Usanze per la Festa di San Demetrio
Il 26 ottobre, quando la Chiesa fa memoria a San Demetrio di Tessalonica, il calendario popolare romeno segna un giorno di purificazione.
Monica Chiorpec, 23.10.2020, 19:30
Il 26 ottobre, quando la Chiesa fa memoria a San Demetrio di Tessalonica, il calendario popolare romeno segna un giorno di purificazione. In certe regioni della Romania, nel giorno dedicato a San Demetrio i pastori tentavano di fare previsioni sul tempo, stendendo i tabarri sull’erba. Se una pecora nera sceglieva di mettersi a dormire lì, allora l’inverno sarebbe stato gelido ma asciutto. Invece, una pecora bianca sdraiata sul tabarro prediceva una stagione fredda con neve abbondante.
La vigilia della festa di San Demetrio è un giorno particolarmente importante nella vita del villaggio tradizionale, un momento in cui il confine tra il mondo terreno e quello dell’Aldilà diventa più fragile. E’ il tempo in cui vengono commemorati gli antenati, con preghiere e messe in chiesa. Nella notte di San Demetrio c’è l’usanza dei falò accesi sulle colline, su ruote di carri o alberi in fiamme, che simboleggiano la morte e la rinascita della natura. Il fuoco di San Demetrio richiama la purificazione, la fertilità e fa persino da oracolo, in quanto si fanno le previsioni del tempo, spiega Natalia Lazăr, etnologa presso il Museo della Contrada di Oaş (Muzeul Ţării Oaşului).
I falò alla vigilia di San Demetrio commemorano in ugual misura gli antenati. Nei villaggi tradizionali, c’era l’usanza di mettersi attorno al fuoco, cantare e offrire cibo e bevande alla memoria dei defunti. Si credeva che i morti alla memoria dei quali non fossero stati offerti cibi, si sarebbero trasformati in fantasmi che avrebbero poi tormentato i parenti in vita. Toccava soprattutto alle donne andare a trovare la gente seduta attorno ai falò, per offrire frutta autunnale: prugne secche, uva, noci e pere.
Sempre la fine del mese di ottobre segna anche un momento importante nella trasformazione del tempo, aggiunge Natalia Lazăr. Se San Giorgio apre i campi, segnando l’arrivo della primavera, la rinascita della natura e l’inizio della stagione della pastorizia, sei mesi dopo arriva San Demetrio, portando l’autunno e il freddo, e chiudendo i campi e il periodo della pastorizia. Il folclore ritiene fratelli i due santi, e nell’iconografia romena vengono a volte raffigurati insieme. Una leggenda della contrada del Maramureş fa riferimento al fatto che Dio ha consegnato ai due santi le chiavi del tempo. San Giorgio fa inverdire le foreste, mentre San Demetrio porta via le foglie. Con la stessa chiave, i due santi chiudono e schiudono le porte del cielo e il calore del Sole, conclude la nostra ospite.
All’indomani della Festa dedicata a San Demetrio di Tessalonica, la Chiesa Ortodossa Romena fa memoria a San Demetrio il Nuovo (Basarabov), il Santo patrono di Bucarest. Le reliquie del santo nato nel paese di Basarabovo della confinante Bulgaria, sono custodite dalla Chiesa Metropolitana della Capitale romena.